LA SPONGATA di DON CAMILLO
di Rocco Moliterni
Brescello nella bassa Padana, tra Reggio e Parma, è il paese dove Guareschi ambienta la saga di Peppone e Don Camillo, resa celebre al cinema dai film con Fernandel, nei panni del focoso parroco, e Gino Cervi, in quelli dell’altrettanto focoso sindaco comunista. Peppone e Don Camillo litigavano praticamente su tutto, ma è facile pensare che una cosa li mettesse d’accordo: rivendicare a Brescello la primogenitura della spongata. La spongata è un tipico dolce natalizio diffuso in tutta l’Emilia e anche in Liguria (celebre quella di Sarzana). Si tratta di una torta o meglio di una pasta frolla farcita di miele, frutta secca e pane grattugiato. Almeno secondo la ricetta standard, perché ogni paese della Bassa ha la sua versione (in alcune località la si fa più spessa come appunto a Brescello, e in altre più sottile come ad esempio a Monticelli d’Ongina). In alcuni casi c’è chi usa la meringa e chi nella farcia mette marmellata o cioccolato, cosa che fa inorridire i veri cultori della specialità. Il nome spongata viene da spugna, perché si facevano dei fori sulla pasta che davano alla torta un aspetto quasi spugnoso. Nonostante si leghi alle tradizioni natalizie cristiane (ma oggi si trova tutto l’anno), ha origine nella cucina delle comunità ebraiche diffuse in tutta l’Emilia.
Crediti : LaStampa.it