Killer Burger:
i superpanini che uccidono
di Fulvio Nebbia
Mangiare fino a scoppiare. Viene in mente la famosa scena del film “Il senso della vita” degli immensi Monty Phyton, in cui un uomo grassissimo si strafoga di ogni genere di portata in un ristorante di lusso, vomitando a ripetizione su tutti gli avventori per far spazio a nuovo cibo da ingurgitare, fino a esplodere (letteralmente) per una piccola, misera mentina. Ma qui non parliamo di scene comiche (per quanto surrealmente magistrali). Parliamo del fatto che, nella realtà, si può anche mangiare fino a farsi venire un collasso. O un infarto. È quello che è successo al ristorante Heart Attack Grill di Los Angeles, che è stato certificato dal Guinnes dei Primati per avere nel proprio menù l’hamburger più calorico del mondo. 6,91 calorie al grammo, 9,982 calorie in tutto: è il Quadruple Bypass Burger ®, che va scritto con la ®, perché è un marchio registrato. Fra le due tradizionali metà di panino, il monumento al grasso e al colesterolo contiene quattro hamburger di carne, otto fette di formaggio, pancetta come se piovesse (una ventina di fette), pomodoro e cipolle, salsa ketchup. La ricetta, insomma, è assolutamente tradizionale: è la quantità degli ingredienti a rendere il QBB una specie di pranzo di Natale, pari a quattro volte il fabbisogno calorico giornaliero di un essere umano medio. Come per tutte le stranezze che si rincorrono sul web, la realtà si mescola con la leggenda metropolitana e con il marketing e quindi secondo alcune fonti i clienti sarebbero morti (sono uscite anche agenzie in merito: ci sarebbero ben due morti, negli States, uccisi dal panino killer); secondo altre sarebbero sopravvissuti ai malori post-abbuffata. Ma la sostanza non cambia ed è quella di un edonismo e di una goliardia talmente estremi da diventare da un lato tradizionali, dall’altro caricaturali, per poi assurgere addirittura a simbolo stesso di uno stile di vita. Uno stile di vita sbilanciato, naturalmente, ma anche esaltato, celebrato addirittura in tv nel celeberrimo format Man versus food, una di quelle cose che si possono inventare solamente negli States. Nel programma, Adam Richman, l’uomo protagonista, appunto, viaggia attraverso gli U.S.A. per sfidare il cibo: la sua missione è quella di cercare ristoranti che propongono cibi di proporzioni monster e che abbiano dei record in quanto a quantità di cibo ingurgitato. Adam spesso vince la sfida, ma a volte soccombe di fronte ad un burrito gigante o ad un nacho pantagruelico. Si tratta, ovviamente, di uno stile di vita molto criticato. Ma all’Heart Attack si fanno beffe delle critiche: hanno persino un piano dietetico online che recita, più o meno così: «Wow, ho preso nove chili in due mesi. Funziona!». D’altra parte, Heart Attack Grill non è l’unica catena che offre panini mostruosi: la moda, ovviamente, è stata cavalcata. La Grindhouse Killer Burger’s (nomen omen), per esempio, offre in menù una quantità notevole di hamburger diversi, per tutti i gusti e, attenta e sensibile a ogni nicchia di mercato, non si fa mancare anche una versione veggie di maxi panini. Da arricchire con il Killer Combo: con appena 2 dollari e 50 centesimi si può aggiungere a qualsiasi ordinazione le immancabili patatine fritte e una bevanda a scelta. Insomma, avere in menù cibi ipercalorici, ai limiti dell’umana sopportazione, è una vera e propria moda, è davvero un’operazione di marketing, tant’è che online si trovano, per esempio, con grande compiacimento, liste e classifiche tipi “I 40 burger che possono uccidere” e che Killer Burger e Killa Burga sono diventati due marchi a loro volta. No, se ve lo state chiedendo, non troverete nessun divieto, nessuna legge in merito: nessuno può vietare ai clienti di una catena di ristoranti di mangiare schifezze, di gioirne e di subirne le conseguenze. Anche perché vale una regola d’oro: visto che, qualche volta, persino Adam Richman si arrende, se proprio volete provare l’ebbrezza di un hamburger-che-uccide, non siete mica obbligati a finirlo.
Fonti : Yahoo Italia Notizie