COME RICONOSCERE un GASTRO FANATICO

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SdG: sindrome da
gastrofanatismo. 10 sintomi per riconoscerla
di Lorenza Fumelli
Sono
giunta ad una conclusione: il
gastrofanatismo è un disturbo serio
(oltre ché un termine noiosamente
abusato). Un virus micidiale simile a quello che colpisce la popolazione nel film
Io sono leggenda e sì, i gastrofanatici sono quei mostri che vivono nel buio.
Se pensate che stia esagerando, non leggete oltre. Fatto è che quando si entra
nel tunnel del Fanatismo Gastronomico
la vita cambia per sempre, è inevitabile. Le
volte in cui cenavate spensierati
con gli amici più cari nel ristorante
scelto a caso saranno presto solo un
ricordo
, gli stessi amici vi abbandoneranno per colpa dell’ennesimo
commento ad alta voce sull’inadeguato servizio del vino, e da un giorno
all’altro vi accorgerete di aver speso l’intero stipendio in scatolette di
alici del Mar Cantrabico da 46€ l’etto. Mogli e mariti scapperanno con l’amante
e in men che non si dica sarete costretti a rintanarvi nel ghetto con gli altri
malati. Un inferno. Già la vostra presenza qui, su questo sito pericolosissimo,
non promette niente di buono, ma siete ancora in tempo e io posso aiutarvi.
Segue un elenco di dieci sintomi per
riconoscere
la SdG (Sindrome da
gastrofanatismo)
. Fate attenzione e se riconoscerete in voi o nei vostri
cari questi atteggiamenti, rivolgetevi subito ad un bravo professionista.
1)
Chi soffre di SdG non compra mai al
supermercato
. Non va neanche più da Eataly, se non nelle primissime fasi
del disturbo. Troppo caos, troppa gente, troppo cheep cheap. Conosce invece
botteghe e bottegai che spacciano cibo di qualità in ogni angolo della
metropoli. Si sposta per chilometri
perché da Gigi la carne è più buona
, Mario ha il vino naturale, Carlo fa il
pane con un lievito madre vecchio di 200 anni. Per fare la spesa ci impiega una
giornata.
2)
Il nostro declina la maggior parte degli inviti e se prende l’iniziativa, vi
propone i soliti 5 ristoranti della città, se siete fortunati. Ordina di preferenza piatti piccoli con
nomi lunghissimi
e ultimamente ha una particolare dedizione per le zuppe di
stagione, in alternativa risotti.
3)
Parla continuamente di cuochi e alta
cucina
. Li chiama per nome, conosce ogni dettaglio del loro lavoro e della
vita privata e, nelle fasi avanzate del disturbo, è in grado di descrivere un
piatto ricordandosi l’anno in cui è stato creato, ricetta e tecnica di preparazione.
4)
Non guarda Masterchef, anzi lo odia.
Vi dirà che il programma non ha nulla a che fare con la cucina, che è scritto
da una conventicola di criminali bravi solo a cannibalizzare la cultura del
cibo sfruttando la moda del momento e mettendo in ridicolo il lavoro di tanti
bravi professionisti, o così così.
5)
Noterete in lui sudorazione fredda, agitazione, a volte attacchi di panico se
per sbaglio cucinate polpette di melanzane a gennaio. La stagionalità per il
nostro è un’ossessione, una religione, un dogma da non infrangere a costo della
vita. Avrà invece una posizione più
tollerante sul chilometro zero
, se non proffessarlo significa assaggiare
cose eccezionali prodotte in paesi lontani.
6)
Fa le foto a quello che mangia e a
quello che cucina, ma attenzione. La moda di fotografare il cibo, ultimamente,
dilaga anche tra la popolazione sana. Il vero malato di SdG studia
l’inquadratura per un quarto d’ora, non usa mai il flash e, a volte, nei casi
più preoccupanti, si alza e porta con sé il piatto in giro per il ristorante,
alla ricerca della luce giusta.
7)
Altro sintomo è l’odio viscerale per
TripAdvisor
e una venerazione spesso segreta o non apertamente dichiarata
per la guida Michelin. Le altre guide nazionali su alberghi e ristoranti sono
carta straccia, tranne qualche piccola edizione indipendente a cui lui stesso
ha collaborato.
8
) E’ ossessionato dai blog di cucina e
spesso ne ha uno tutto suo
. Passa la mattinata in ufficio cliccando
compulsivamente sui siti più noti del settore e il resto della giornata la
trascorre al telefono a commentare questo o quel blogger con altri malati come
lui. Ah, tutti i blogger che scrivono su siti di settore sono purtroppo vittime
della SdG. Presenti inclusi.
9)
Parla di Pizza come non avreste mai
creduto fosse possibile. Lieviti, pasta madre, farine, maturazione, umidità,
maglia glutinica, temperature del forno, tecniche per impastare, condimenti:
lui sa tutto, ma proprio tutto e mangia
pizza solo nei posti che ritiene validi
, il resto non esiste.
10)
Infine chi soffre di SdG non parla di
cibo con voi
. Se provate ad esprimere un giudizio su una pietanza o su un
ristorante in sua presenza, lui vi squadra con lo sguardo da struzzo in trance,
e tace. Questo perché spesso non vi ritiene all’altezza di esprimere un
giudizio sull’argomento, è annoiato dalla vostra profana intraprendenza e
mostra così la sua superiorità. Vi garantisco che il suo tacere, spesso, è un
notevole vantaggio anche per voi.
Allora,
vi riconoscete in alcuni di questi sintomi? Volete aggiungerne altri alla
lista? Uniamo le forze, non facciamo finta di niente, c’è gente che soffre e ha bisogno di noi.
Crediti
| Immagine: Dissapore – Jezebel

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