BALSAMICO CENTENARIO nei territori dei TEMPLARI

Commenti (0) Ristoranti

Acetaia Fabbi di Modena
Passione per il Balsamico 
nei territori dei Templari
di Luca Bonacini
immagini di Roberto Carnevali
 

credits: lucatarlazzi.com

Parlare di Templari
evoca sempre un mondo antico, misterioso e affascinante fatto di sfide per
difendere il sacro graal, inaccessibili manieri, lucenti armature e missioni
audaci. Anche Modena ebbe a che fare con questo misterioso ordine, che alla
fine del 1200 presidiava il Ponte di Sant’Ambrogio sulla via Emilia. I
Cavalieri Templari dovevano custodirlo, occuparsi della riparazione e della manutenzione,
e in caso di distruzione ad opera dei nemici e della forza bruta del fiume
Panaro, dovevano insieme al Comune ricostruirlo. Un luogo strategico di
passaggio molto importante dove avevano la loro domus Templare e gestivano l’antico
Ospitale risalente al 749, che accoglieva da secoli viandanti e pellegrini. L’edificazione
di un oratorio e l’intitolazione del ponte a Sant’Ambrogio vescovo di Milano era
stata decisa per ricordare due soste del santo milanese contemporaneo di San
Geminiano nel 387 e nel 393. 



Anche i terreni circostanti un tempo appartenevano
ai Templari
, e oggi hanno mantenuto l’antico fascino, fortunatamente non ancora
colonizzati da un esasperata edilizia, circondano intatti l’alveo del grande
fiume che qualche volta fa paura, costeggiato da un placido sentiero ciclabile,
e da campi coltivati delimitati da una rete ben organizzata di fossi e canali, qua
e la casolari, chiesette antiche, maestà votive, e case coloniche raggiunte da tranquille
stradine. In questo contesto di grande piacevolezza si trova da oltre cento
anni l’acetaia Fabbi.
All’inizio c’erano poche e preziose botti di aceto
balsamico che sul finire dell’Ottocento grazie al bisnonno Fabbi garantivano il
consumo familiare negli anni successivi implementate, ma fu nel 1969 che
l’acetaia di famiglia diventò una vera e propria impresa, come ci spiega Elisa
Fabbi pronipote del fondatore: “all’estero arrivavamo anche prima con il nostro
balsamico, quando avevamo ancora l’azienda oleodinamica, e si inviava l’aceto
ai clienti stranieri, poi in un secondo tempo dedicandoci completamente a
questa attività iniziammo a esportare, mentre fondavamo insieme a poche altre
acetaie il primo Consorzio del Balsamico”. 



Oggi è un’azienda con 1300 barili e
alla guida c’è Elisa Fabbi
che rappresenta la quarta generazione, un nuovo
corso che ha portato creatività e innovazione senza rinunciare alla più
rigorosa tradizione. Ci sono nuovi mercati l’Arabia e la Russia, i deliziosi
cioccolatini all’aceto balsamico e le nuove preziose bottiglie Swarosky, un
packaging ideato da Elisa che prevede oltre 85 piccoli brillantini applicati alla
bottiglia manualmente uno a uno, e una confezione regalo di particolare pregio
con all’interno il miglior aceto. 


Sono due le acetaie della produzione Fabbi,
una per il tradizionale, una per il condimento balsamico, ottenuto sempre con
il mosto cotto lasciato ad invecchiare, 
ma con un prezzo più accessibile. Continua sempre la Fabbi: “Tra gli
estimatori del nostro aceto c’è Paolo Villaggio che ci capitò di fornire quando
dopo aver assaggiato il nostro aceto in un ristorante, ne volle una piccola
fornitura, ma ricordo anche l’incontro con la famiglia Savoia, a cui piacque
particolarmente il nostro aceto, a Torino, in un evento a cui partecipammo in
occasione della celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia, e anche a Bologna
durante “Pasta Trend” organizzammo un aperitivo e una degustazione di
Balsamico, insieme alla Nazionale Italiana Cuochi con Enrico Brignano, Marisa
Laurito, Giancarlo Magalli, Fiordaliso
”. 



L’ acetaia è un luogo dove regna il
silenzio, e c’è qualcosa di sacro nel camminare tra quelle botti centenarie
rispettosi di quella lenta maturazione che renderà superbo il prezioso liquido,
ma qualche volta capita che l’acetaia si animi improvvisamente e arrivino ospiti,
soggiogati dalla prelibatezza del balsamico, forse con la segreta intenzione di
carpirne i segreti, come succedeva qualche anno fa quando arrivava il compianto
Nano Morandi con clienti e amici, e più recentemente con  Massimo Bottura insieme  a ospiti Vip, “e una volta addirittura, acetaia
e cucina si trasformarono in un set televisivo con lo chef Mario Batali, socio americano
di Joe Bastianich, alla guida di una fiammante Ferrari, con cui aveva inizio un
cortometraggio girato per il Gambero Rosso, un’intera giornata a cucinare
piatti con l’aceto balsamico e noi a fare da comparse. 



Certo oggi occorre
scegliere con cura gli eventi ai quali partecipare come “Taste” a Firenze, organizzato
da Davide Paolini un esclusiva opportunità nella quale essere presenti per far
conoscere il nostro balsamico. Un sapore che seduce letteralmente quando dopo
un iniziale presentazione si procede all’assaggio, in un educational di grande
efficacia, che lascia sempre stupiti coloro che non hanno mai assaggiato il
vero aceto balsamico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *