Rosso d’estate
di Eleonora Cozzella
Se
l’estate per i wine lover è sinonimo di bianchi e bollicine, i vini rossi
quest’anno hanno la loro riscossa. E così, mentre il Chianti lancia il kit per
degustazioni estive, i sommelier e i critici enologici suggeriscono temperature
inedite e abbinamenti per i rossi
l’estate per i wine lover è sinonimo di bianchi e bollicine, i vini rossi
quest’anno hanno la loro riscossa. E così, mentre il Chianti lancia il kit per
degustazioni estive, i sommelier e i critici enologici suggeriscono temperature
inedite e abbinamenti per i rossi
“La
temperatura di servizio consigliata è di 22 gradi. Si abbina a cacciagione di
piuma e di pelo. Ci sono alcune retro etichette che suggeriscono una
degustazione del genere. Qualcuno si stupisce che questi vini d’estate siano
dimenticati?”. Come dire, un vino caldo e piatti non proprio light dalle
lunghe cotture non accendono il desiderio degli italiani sotto il solleone. Andrea Grignaffini, direttore di Spirito di
Vino, sottolinea con ironia come a volte gli stessi produttori che si lamentano
del calo di vendite di rossi in estate siano gli artefici di un autogol. Per
questo non solo è d’accordo con la tendenza di gustare i vini rossi a
temperature più basse, ma addirittura rilancia: “il servizio potrebbe
abbassarsi a 16 gradi per tutti quei vitigni che ben rispondono a temperature
basse, come Lagrein, Teroldego, Schiava, Bardolino, il valdostano Fumin. Il
famoso Chianti di governo, per esempio, è un vino fresco, potremmo dire ‘da
merenda’, da picnic”. Il riferimento non è casuale, visto che il consorzio
del vino Chianti ha lanciato in questi mesi l’iniziativa “Chianti
Fresco” coinvolgendo nel progetto vinerie e wine bar, che hanno ricevuto
il kit ‘rinfresca vino’ targato Chianti per mantenere o per raggiungere la
regolare temperatura di servizio. Così, dall’enoappassionato all’addetto ai
lavori, si sta diffondendo un nuovo modo di bere il Chianti durante l’estate
perché, come ha detto il presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi
“Quando si parla di Chianti Docg, si parla di storia e tradizione ma anche
di innovazione e noi vorremmo cambiare l’approccio al consumo dei vini rossi
nella stagione calda. Il Chianti, pur richiamando cultura e territorio, è un
vino giovane, fresco, conviviale, informale, perfetto anche in stile
aperitivo”. Grignaffini si spinge anche oltre l’idea di un rosso da bere
fresco. E, sulla scia della bella intuizione di Moet che ha lanciato il “Moet
on ice”, da buon emiliano propone uno speciale drink: “Se prendiamo
un bel Lambrusco morbido e aggiungiamo del ghiaccio finemente tritato,
otteniamo un frozen naturale, un perfetto after hour. Ma nessuno si
scandalizzi: in fondo i nostri nonni preparavano una bevanda rinfrescante con
Lambrusco, ghiaccio e scorza di limone”. Ecco allora che, in tempo di
grigliate, si può provare questo divertissement. Anche Luca Gardini, già
miglior sommelier del mondo, non rinnega questa tendenza. Anzi, ricorda come di
recente all’evento “Collisioni” in Piemonte, il Barolo sia corso a
fiumi a 14 gradi: “Un barolo giovane, con l’acidità del frutto a cui il
fresco giova”. A dire il vero, da anni Gardini promuove temperature più
basse per i rossi. Anche a vantaggio di più particolari abbinamenti
gastronomici, come il suo famoso assaggio di Pinot nero con le ostriche,
naturalmente crude. “Ma non solo pesce per i rossi freschi. Di recente ho
gustato due piatti di alzavola e beccaccia, bevendo insieme un Sangiovese marchigiano
bello fresco, il tutto a dieci metri dal mare.
E altrettanto gustosi sono Barolo e Brunello giovani per ‘innaffiare’
cacciucchi o pesci come ricciola e palamita alla griglia“. “Ma certo,
basta con le temperature dei vini da Prima Repubblica!” dice scherzando
Alessandro Pipero, per sottolineare che i rossi a 20 gradi sono ormai superati.
Il titolare di Pipero al Rex, che ha fatto della sommellerie e
dell’organizzazione della sala un’arte moderna, è un iconoclasta per
eccellenza. E spiega che l’equivoco della ‘vecchia scuola’ sta nella famigerata
raccomandazione di servire il vino rosso “a temperatura ambiente”. Ma
questa espressione ormai non vuol dire niente. Se stai a casa l’ambiente è
almeno 23 gradi. In ogni caso il successo di una serata dipende da tantissimi
fattori, prima di tutto la compagnia. “Se sei con una bella sventola che
vuole il rosso freddo – ironizza – lo tieni nel secchiello del ghiaccio punto e
basta, anche se per un purista del vino è una bestemmia. E, a parte gli scherzi,
è scontato che ognuno è libero di bere ciò che gli piace come preferisce.
Comunque nel tempo, come è cambiata la cucina, cambia anche l’approccio al vino
perciò è normale trovare nuovi abbinamenti e modi di degustazione”.
temperatura di servizio consigliata è di 22 gradi. Si abbina a cacciagione di
piuma e di pelo. Ci sono alcune retro etichette che suggeriscono una
degustazione del genere. Qualcuno si stupisce che questi vini d’estate siano
dimenticati?”. Come dire, un vino caldo e piatti non proprio light dalle
lunghe cotture non accendono il desiderio degli italiani sotto il solleone. Andrea Grignaffini, direttore di Spirito di
Vino, sottolinea con ironia come a volte gli stessi produttori che si lamentano
del calo di vendite di rossi in estate siano gli artefici di un autogol. Per
questo non solo è d’accordo con la tendenza di gustare i vini rossi a
temperature più basse, ma addirittura rilancia: “il servizio potrebbe
abbassarsi a 16 gradi per tutti quei vitigni che ben rispondono a temperature
basse, come Lagrein, Teroldego, Schiava, Bardolino, il valdostano Fumin. Il
famoso Chianti di governo, per esempio, è un vino fresco, potremmo dire ‘da
merenda’, da picnic”. Il riferimento non è casuale, visto che il consorzio
del vino Chianti ha lanciato in questi mesi l’iniziativa “Chianti
Fresco” coinvolgendo nel progetto vinerie e wine bar, che hanno ricevuto
il kit ‘rinfresca vino’ targato Chianti per mantenere o per raggiungere la
regolare temperatura di servizio. Così, dall’enoappassionato all’addetto ai
lavori, si sta diffondendo un nuovo modo di bere il Chianti durante l’estate
perché, come ha detto il presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi
“Quando si parla di Chianti Docg, si parla di storia e tradizione ma anche
di innovazione e noi vorremmo cambiare l’approccio al consumo dei vini rossi
nella stagione calda. Il Chianti, pur richiamando cultura e territorio, è un
vino giovane, fresco, conviviale, informale, perfetto anche in stile
aperitivo”. Grignaffini si spinge anche oltre l’idea di un rosso da bere
fresco. E, sulla scia della bella intuizione di Moet che ha lanciato il “Moet
on ice”, da buon emiliano propone uno speciale drink: “Se prendiamo
un bel Lambrusco morbido e aggiungiamo del ghiaccio finemente tritato,
otteniamo un frozen naturale, un perfetto after hour. Ma nessuno si
scandalizzi: in fondo i nostri nonni preparavano una bevanda rinfrescante con
Lambrusco, ghiaccio e scorza di limone”. Ecco allora che, in tempo di
grigliate, si può provare questo divertissement. Anche Luca Gardini, già
miglior sommelier del mondo, non rinnega questa tendenza. Anzi, ricorda come di
recente all’evento “Collisioni” in Piemonte, il Barolo sia corso a
fiumi a 14 gradi: “Un barolo giovane, con l’acidità del frutto a cui il
fresco giova”. A dire il vero, da anni Gardini promuove temperature più
basse per i rossi. Anche a vantaggio di più particolari abbinamenti
gastronomici, come il suo famoso assaggio di Pinot nero con le ostriche,
naturalmente crude. “Ma non solo pesce per i rossi freschi. Di recente ho
gustato due piatti di alzavola e beccaccia, bevendo insieme un Sangiovese marchigiano
bello fresco, il tutto a dieci metri dal mare.
E altrettanto gustosi sono Barolo e Brunello giovani per ‘innaffiare’
cacciucchi o pesci come ricciola e palamita alla griglia“. “Ma certo,
basta con le temperature dei vini da Prima Repubblica!” dice scherzando
Alessandro Pipero, per sottolineare che i rossi a 20 gradi sono ormai superati.
Il titolare di Pipero al Rex, che ha fatto della sommellerie e
dell’organizzazione della sala un’arte moderna, è un iconoclasta per
eccellenza. E spiega che l’equivoco della ‘vecchia scuola’ sta nella famigerata
raccomandazione di servire il vino rosso “a temperatura ambiente”. Ma
questa espressione ormai non vuol dire niente. Se stai a casa l’ambiente è
almeno 23 gradi. In ogni caso il successo di una serata dipende da tantissimi
fattori, prima di tutto la compagnia. “Se sei con una bella sventola che
vuole il rosso freddo – ironizza – lo tieni nel secchiello del ghiaccio punto e
basta, anche se per un purista del vino è una bestemmia. E, a parte gli scherzi,
è scontato che ognuno è libero di bere ciò che gli piace come preferisce.
Comunque nel tempo, come è cambiata la cucina, cambia anche l’approccio al vino
perciò è normale trovare nuovi abbinamenti e modi di degustazione”.
Crediti | Link : Espresso Food &
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