LA FUNZIONE SALVIFICA DELLA SCATOLETTA DI TONNO, E I SUOI VINI

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Abbinamenti. Tonno
in scatola contro tutti
Passepartout
per le cene d’estate (ma non solo), intramontabile e salvifica, è la scatoletta
di tonno. Che oggi diventa il nostro banco di prova per il gioco degli
abbinamenti cibo-vino.
a cura di Giulia Sampognaro. Ha
collaborato Giuseppe Buonocore
Ammettiamolo:
quante volte ci siamo ritrovati con il frigorifero vuoto, ma con in dispensa
almeno una scatoletta di tonno? Golosa e
versatile, la mitica piccola lattina di pesce azzurro è sempre lì, pronta per
essere utilizzata all’ultimo momento
, salvifica risorsa anche in caso di
ospite inatteso con poche pretese. E allora prestiamo più attenzione a questo
tesoro casalingo che viene in soccorso in tante occasioni, per esempio quando
le temperature tengono alla larga da fuochi e fornelli. La nostra scelta è
andata al tonno rosso di Carloforte,
pescato lungo le coste meridionali della Sardegna e prodotto con metodi
artigianali, con la sola aggiunta di olio di oliva e sale marino. Basterebbero
burro e pane senza sale, per accompagnarlo, ma oggi ci vogliamo divertire
cercando l’abbinamento perfetto tra piatto e bicchiere.
Partiamo
con le bollicine: apre le danze AltemasiTrento Brut ’07 di Cavit, ma il tonno
non sembra essere molto d’accordo: una spiacevole sensazione metallica invade
la bocca, che chiede pulizia immediata. Decisamente meglio il Franciacorta La Montina: l’Extra Brut
Vintage Riserva ’05,infatti, riesce a fare il suo dovere sgrassante, portando
per mano per alcuni secondi il nostro pesce, in un abbinamento che pur non
entusiasmante è sicuramente più equilibrato del precedente.
La Ribolla Gialla (Collio Tenuta
RoncAlto ’09 Livon) e il suo legno mal si sposano con il tonno sott’olio e
mettono in crisi l’equilibrio raggiunto, ma fortunatamente arriva subito in
soccorso il Cortese di Bruno Broglia
(Gavi di Gavi Tenuta La Meirana ’10) che merita quantomeno il 6 politico, anche
se l’incontro tra le diverse sapidità non entusiasma. Segue la scia il Pinot Bianco Vial ’10 (Cantina di Caldaro):
in questo caso non serve neanche il velo di burro, buona sia la lunghezza che
la potenza aromatica dell’abbinamento che gioca la carta della freschezza.
Non
convincono il Fiano di Avellino Rocca
del Principe
’10 (troppo grasso), il Greco di Tufo (stesso effetto della
Ribolla), il Collio Friulano Vigna Runc
’10
Il Carpinoin cui la nota dolce non concilia con l’olio del tonno, segno
negativo anche per il Pallio di San
Floriano
(Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Pallio di San Floriano
’10): troppo aromatico, con un registro gustativo completamente diverso che non
si armonizza con il tonno. Dopo tutti questi tentativi, però, arriva il Vermentino di Gallura Superiore (Genesi
’10 Cantine Gallura). Fatelo riposare qualche minuto appena aperto e lasciate
che il bicchiere vi sorprenda: spezie provenzali, rosmarino, mentuccia ma anche
melone e pera. Un affondo dinamico e mutevole negli aromi mediterranei,
splendido abbinamento, e in più ottimo rapporto qualità/prezzo della bottiglia.
Scendiamo inevitabilmente di livello per il connubio con il Trebbiano d’Abbruzzo (Castello di
Semivicoli ’08 Masciarelli), abbinamento riuscito ma che convince poco, quando
qualcuno tira fuori il Portogallo e quindi una bottiglia di Alvarinho (Contacto
’10 Anselmo Mendes): buono il vino, ancor di più l’abbinamento grazie a un
leggero contrasto di acidità. Si distingue dalla massa l’Ansonaco dell’Isola del Giglio ’10 di Altura, unanime il voto
favorevole della giuria per la capacità di sostenere la parte retrogustativa e
l’untuosità tipica del tonno, mentre male, anzi malissimo sia il Sauvignon (Montan ’09 Cantina Tramin)
che il Riesling Kabinett Trocken ’10 Jakoby Pur, rispettivamente troppo
vegetale e troppo giovane. Arriva il momento del Five Roses ’11 di Leone De
Castrische conquista più in bocca che al naso, forse perché il troppo frutto
non si abbina al prodotto in scatola. Il
Falesco Tellus ’10
piace al primo sorso, quando si incontrano le succulenze
aromatiche, ma molto dipende dalla temperatura di servizio che deve essere
bassa. A questo punto ci verrebbe voglia di continuare il nostro viaggio e
sperimentare un Rossese e, perché no,
anche un Lambrusco
. Sperimentate voi e fateci sapere cosa ne pensate.

Crediti | Link : Gambero Rosso

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