SPILAMBERTO CAPITALE DEL BALSAMICO e BORGO SUGGESTIVO

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Scoprire un
suggestivo borgo antico, capitale del Balsamico Tradizionale, a pochi passi da casa
di Luca Bonacini

Spilamberto,
a pochi chilometri da Modena, tra la via Emilia e le prime colline modenesi, un
passato glorioso, e tanta storia. Sabato pomeriggio dopo la presentazione alla
Rocca Rangoni del volume “Confraternita Gnocco d’Oro”, mi son fatto
un giretto. Un centro storico nel quale il tempo sembra si sia fermato, torri
di guardia, portali medioevali, la Rocca, il Museo del Balsamico Tradizionale,
e le vie antiche rimaste intatte. Un centro insolitamente vitale forse anche
per lo svolgersi della fiera del Mosto Cotto, un’ appuntamento che si attende
ogni anno per incontrare e incontrarsi, ricordare la tradizione e fare piccoli
acquisti nelle tante bancarelle che si distribuiscono nel reticolo di vie e
viuzze di Spilamberto, si vendono miele, crescentine, formaggi, lambrusco,
confetture, sughi, e il mosto cotto che viene fatto bollire in grandi
calderoni, fin
dal giorno prima, e dispensato a bicchiere o a bottiglie, la gente si riversa
nel paese gioiosa, qualche ora per non pensare alla crisi e ai mille problemi
che assillano la nostra settimana, e che il sabato e la domenica un po’ si
dimenticano. 
Malgrado la pioggia, che ha spaventato tanti comuni che avevano in
programma sagre e feste di paese, una piacevole passeggiata in uno dei borghi
più suggestivi del modenese, con una guida d’eccezione, il Gran Maestro della
Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto Luca Gozzoli, che
mi ha portato al Museo, dove ho potuto sbirciare le botti centenarie e la
batteria dello chef planetario Massimo Bottura, il silenzio è d’obbligo, ed è
bello immergersi in quella rassicurante penombra, in punta di piedi, con il
medesimo stato d’animo di quando si entra in una basilica. La visione di quel
concentrato di storia, tradizione, amore e passione, induce a una riflessione
sui nostri avi, a cui bisogna riconoscere di essere stati geniali a inventarsi
una roba cosi buona. Baciati da una folgorante intuizione perfezionarono un
metodo infallibile per ottenere un vero nettare per palati raffinati, nulla a
che vedere con l’aroma sgarbato e i miasmi del comune aceto di vino. Un metodo
che ci hanno minuziosamente trasmesso e che ci permette di godere di quella
pozione cosi prelibata, per condire insalate, formaggi, e cucinare piatti
prelibati. Un procedimento nel quale non bisogna avere fretta, occorre invece
tanta cura e pazienza, e non si può esserne golosi, si potrà estrarre solo una
piccola quantità per uso domestico, il resto dovrà riposare e continuare a
lavorare in silenzio e nella penombra dei solai modenesi, rigorosamente esposti
a sud. Tanta storia e tradizione sono al sicuro, nel Museo di Spilamberto,
culla della tradizione del Balsamico Tradizionale di Modena.

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