DAVIDE OLDANI
INSEGNERA’ ad HARVARD
INSEGNERA’ ad HARVARD
L’affermato
chef, allievo di Gualtiero Marchesi, che da tempo ha spiccato il volo, e ora è
chiamato ad insegnare nell’ importante ateneo americano
chef, allievo di Gualtiero Marchesi, che da tempo ha spiccato il volo, e ora è
chiamato ad insegnare nell’ importante ateneo americano
di Luca Bonacini
Davide
Oldani, prima di affermarsi come chef di caratura internazionale, tentò la
carriera di calciatore, militando, dopo brevi esperienze in C2, nella locale
squadra di Rho, ma dovette interrompere in seguito a un infortunio. Certamente,
se quei tentativi di adolescente, fossero andati a buon fine, l’ambiente dell’alta
ristorazione si sarebbe privato di un talentuoso professionista, che tanto ha
contribuito all’ affermazione della cucina italiana. Una prerogativa
della sua cucina che si basa nella maggior parte dei casi su materie prime
piuttosto povere, in linea con quella sua tendenza a definirsi “cuoco
pop”, cioè popolare nel senso più classico della parola. Ha lanciato locali di successo e piatti divenuti emblema della cucina oldaniana, come la cipolla caramellata, un equilibrio tra i contrasti croccante e morbido, zuccherato e salato, freddo e caldo. Tante le
collaborazioni con importanti scuole e istituti internazionali, dove racconta la
sua esperienza e le sue tecniche, ma questa volta è Harvard a chiamare, ed è la
prima volta che uno chef italiano viene invitato nella palazzina nel prestigioso
campus della Harvard Business School, proprio di fronte al fiume Charles, dove pochi
anni fa Mark Zuckerberg inventava Facebook.
Oldani, prima di affermarsi come chef di caratura internazionale, tentò la
carriera di calciatore, militando, dopo brevi esperienze in C2, nella locale
squadra di Rho, ma dovette interrompere in seguito a un infortunio. Certamente,
se quei tentativi di adolescente, fossero andati a buon fine, l’ambiente dell’alta
ristorazione si sarebbe privato di un talentuoso professionista, che tanto ha
contribuito all’ affermazione della cucina italiana. Una prerogativa
della sua cucina che si basa nella maggior parte dei casi su materie prime
piuttosto povere, in linea con quella sua tendenza a definirsi “cuoco
pop”, cioè popolare nel senso più classico della parola. Ha lanciato locali di successo e piatti divenuti emblema della cucina oldaniana, come la cipolla caramellata, un equilibrio tra i contrasti croccante e morbido, zuccherato e salato, freddo e caldo. Tante le
collaborazioni con importanti scuole e istituti internazionali, dove racconta la
sua esperienza e le sue tecniche, ma questa volta è Harvard a chiamare, ed è la
prima volta che uno chef italiano viene invitato nella palazzina nel prestigioso
campus della Harvard Business School, proprio di fronte al fiume Charles, dove pochi
anni fa Mark Zuckerberg inventava Facebook.
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http://www.vanityfair.it/vanityfood/foodstar/13/11/29/davide-oldani-chef-ristorante-d-o-intervista-harvard