A CENA CON GRISHAM, al ristorante Franco Rossi di Bologna

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A CENA DA FRANCO ROSSI nella BOLOGNA DI GRISHAM

di Luca Bonacini
  

Camminare per le vie di Bologna per me è sempre un
emozione, le volte che sono venuto è sempre stato in occasioni positive e
associo il capoluogo emiliano a momenti piacevoli. Anche la ricerca del
parcheggio, solitamente noiosa diventa divertente, poi la passeggiata,
sbirciando nei negozietti ed entrando nelle librerie, di portico in portico,
per arrivare a piazza Maggiore. Un piacere condiviso da molti, mi accorgo
mentre quasi mi perdo, nel raggiungere San Petronio, e mentre si sovrappongono
le immagini dei luoghi simbolo di una città che non dorme mai, o quasi, e nella
quale qualche alba con amici l’ho aspettata anche io, ecco i locali che
ospitavano il ristorante Catunzein,
dove Enzo Ferrari fu invitato a festeggiare la Laurea Honoris Causa
ricevuta
dall’Ateneo bolognese di Ingegneria; la casa di Francesco Guccini, in via Paolo
Fabbri, davanti alla quale mia sorella aspettava trepidante il cantautore,
sperando che si affacciasse dalla finestra; il Roxi Bar, che tra un Negroni e
un Martini vide nascere musicalmente Vasco Rossi. Chissà se anche John Grisham
nel suo viaggio a Bologna del 2004, per scrivere il romanzo Il Broker, avrà
provato le medesime mie sensazioni,
penso di si, Bologna è una città che ti
entra nel cuore, e un americano trapiantato dodici settimane sotto le Due
Torri, a pochi passi dall’Università più antica, con un centro cosi ricco di
locali e cosi accogliente, non può esserne rimasto indifferente. Una modesta
famiglia, quella di John Grisham, che cambiava spesso residenza, per seguire le
opportunità lavorative del padre operaio, ma il giovane John, incitato dalla
madre a leggere, riuscirà a diventare avvocato e a esercitare la professione per
una decina di anni, prima di cimentarsi con la scrittura e in pochi anni diventare
lo scrittore maggiormente venduto degli anni ’90. 
Franco Rossi, ambasciatore
di cucina ed eleganza 
L’Emilia gli entrerà nel
cuore, e dopo l’esperienza bolognese del 2004, per scrivere il Broker, ritornerà nel 2006, questa
volta a Parma, per ambientare un altro romanzo di successo: il Professionista. Nei tre mesi in cui
si era trasferito a Bologna aveva una persona di fiducia che gli faceva da
autista e da guida, che senza clamore lo accompagnava nei luoghi più significativi
della città alla ricerca di spunti per costruire la trama del romanzo Il Broker. Dopo i ristoranti La Cesarina, e Rosa Rose, e la visita a monumenti, chiese, e facoltà
universitarie, le indicazioni sulla miglior cucina bolognese, non potevano che
portare al ristorante Franco Rossi,
di via Goito
, e quando arrivò la telefonata nella quale si chiedeva la
prenotazione di un tavolo a nome Mondadori, il patron non sospettò nulla, tanto
meno che si trattasse del famoso scrittore. Sarebbe tornato più volte, e si
sarebbe trovato cosi bene da inserire nel romanzo una scena in cui il
protagonista si reca proprio in quel ristorante: “ Svoltarono in un’altra stradina. Via Goito, e Luigi indicò un punto
più avanti. – Eccoci – disse, poi fermandosi davanti all’entrata del ristorante
Franco Rossi. “Non ci sono mai stato ma dicono che si mangi molto bene”
. Un
regalo inaspettato che vale oro, quello che lo scrittore fece al ristoratore
divenuto amico, che per riconoscenza gli dedicherà un apposito menù, che oggi è
tra i più richiesti, e che tiene conto di ciò che il romanziere ordinò le volte
in cui si vide al locale. La scelta di quell’angolo di Bologna, non fu casuale,
rappresenta uno dei luoghi della memoria, dove fino al 1975 si trovava la
Trattoria Borsa, rilevata e poi trasformata da Franco Rossi e dalla sua
famiglia
, con l’ingresso nel ‘78 del fratello Lino, che dopo aver terminato la
scuola alberghiera, seguirà la cucina, dando impulso e creatività a una linea
che persegue la tradizione bolognese, con ampie incursioni nella cucina
internazionale. Qui le lasagne sono dotate rigorosamente di cinque strati di
pasta, con lo spessore della pasta di stretta osservanza, come si conviene ad
una bandiera della cucina locale, per quanto riguarda il ragù invece è in
rapporto di cinque parti per ogni parte di besciamella, secondo i dettami
canonici. 
Franco Rossi rappresenta una vera e propria istituzione, tanta
esperienza in prestigiose location all’estero, prima di assumere la conduzione
del noto ristorante che porta il suo nome nel cuore di Bologna, e tante
soddisfazioni, è stato presidente dell’Associazione Ristoranti e Trattorie
ASCOM di Bologna e provincia, nonché fiduciario AMIRA Emilia per quasi un
quarto di secolo, è degustatore ufficiale dei vini D.O.C. e D.O.C.G.
dell’Emilia – Romagna, ed è gran maestro della ristorazione italiana. Nel 1983
è stato insignito della “Commanderie des Cordons Bleus de France”
, e nel 2010 è
stato eletto professionista dell’anno.
Una cucina coinvolgente e appetitosa come me l’aspettavo,
che con l’amico Piero Valdiserra, amministratore delegato di Rinaldi
Importatori, sono andato finalmente a provare
, dopo averne sentito lungamente
parlare, una degna opportunità che non delude, per assaggiare il meglio di ciò
che può offrire un territorio, ricco di materie prime e specialità
enogastronomiche, si inizia con un aperitivo Cesarini Sforza Brut, con culatello,
salame rosa, mortadella, salame mantovano, melone, fichi; si prosegue con un
insalatina di ovuli e con una Chateau Briant ai porcini; si conclude con un
gelato alla crema, pesche e malvasia, e a deliziose crostate miste abbinate a
uno Sherry Pedro Ximenez invecchiato 25 anni, e l’ottimo caffè Sandrolini.
Ristorante Franco
Rossi,
Via Goito 3, 40126
Bologna 

tel. 051 238818.

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