TANTI RAGU’
D’AUTORE
D’AUTORE
100 ragù d’autore, in un unico libro, in libreria il volume di Maria Benassati
di Luca Bonacini
Una
sola raccomandazione, non sfogliate il libro di Maria Benassati, mentre siete a
digiuno, vi potrebbe venir voglia di mettervi ai fornelli, ovunque voi siate.
Chi potrebbe resistere del resto a “100 ragù d’autore”, un volume che contiene
cento ricette di ragù tutte diverse, consigliate da attori, musicisti, artisti,
giornalisti, chef, attingendo alla memoria, tutte hanno una storia da
raccontare, e promettono sicure emozioni per il palato. Una poderosa ricerca
che abbraccia tutte le regioni d’Italia, esplorando i ragù classici, quelli di
carne, di pesce, di verdure, in un’ incursione senza precedenti nella storia
del ragù italiano, compagno assoluto della cucina regionale del nostro paese,
ed elemento cardine della nostra tavola. L’ idea è venuta a Maria Benassati,
gallerista, cresciuta in una famosa famiglia modenese di industriali, animata
da un’ evidente passione per la cucina, che l’ha portata sulle tracce del
condimento principe, osannato da Escoffier, da Artusi, da Fini. Un’interessante
vademecum del gourmet, che desidera cimentarsi in cucina o semplicemente
saperne di più di un cibo antico, dove non manca proprio nessuno tra i grandi, coinvolti dall’autrice che svelano la loro personale ricetta. Si comincia con il
compositore Gioacchino Rossini, amante della pasta al ragù a tal punto, da
farsi spedire i maccheroni a Marsiglia, che arrivano però meno, e in ritardo,
forse per colpa dei doganieri; si prosegue con lo chef Massimo Bottura e il suo
ragù classico modenese, cotto a bassa temperatura, evoluzione senza estremismi;
c’è la ricetta del
ragù “rinforzato”, del giornalista Allan Bay, che firma la prefazione; ci sono i prediletti dal critico d’arte ed esteta Vittorio Sgarbi (con caviale e burro bianco); quelli degli artisti Wainer Vaccari (di puntine ), ed Enzo Cucchi (di frutta secca); quello ai funghi di Franco Fontana; e il ragù last
minute di Alfredo Rapetti in arte Mogol; l’imprenditore Claudio Cavicchioli stravede per il ragù di foiolo alla parmigiana; il ristoratore Walter Cantoni, ricorda quello preparato al ristorante Oreste
per il Re Leopoldo del Belgio; l’inventore di Nick Carter Guido De Maria ci svela il ragù di suo nonno; mentre Paride Rabitti, Lambruscologo, condivide il suo ragù di cotechino al lambrusco, e tanti altri ancora. Come sarebbe
triste la casa, senza quel profumino, che ci riporta alla genuina tavola
dell’infanzia, le verdure che friggono, la cipolla che imbiondisce, la carota e
il sedano che rosolano, in attesa di sua maestà la carne, rilasciando effluvi
amici. Può un libro farti correre in cucina ? Si è la risposta. Buon appetito.
sola raccomandazione, non sfogliate il libro di Maria Benassati, mentre siete a
digiuno, vi potrebbe venir voglia di mettervi ai fornelli, ovunque voi siate.
Chi potrebbe resistere del resto a “100 ragù d’autore”, un volume che contiene
cento ricette di ragù tutte diverse, consigliate da attori, musicisti, artisti,
giornalisti, chef, attingendo alla memoria, tutte hanno una storia da
raccontare, e promettono sicure emozioni per il palato. Una poderosa ricerca
che abbraccia tutte le regioni d’Italia, esplorando i ragù classici, quelli di
carne, di pesce, di verdure, in un’ incursione senza precedenti nella storia
del ragù italiano, compagno assoluto della cucina regionale del nostro paese,
ed elemento cardine della nostra tavola. L’ idea è venuta a Maria Benassati,
gallerista, cresciuta in una famosa famiglia modenese di industriali, animata
da un’ evidente passione per la cucina, che l’ha portata sulle tracce del
condimento principe, osannato da Escoffier, da Artusi, da Fini. Un’interessante
vademecum del gourmet, che desidera cimentarsi in cucina o semplicemente
saperne di più di un cibo antico, dove non manca proprio nessuno tra i grandi, coinvolti dall’autrice che svelano la loro personale ricetta. Si comincia con il
compositore Gioacchino Rossini, amante della pasta al ragù a tal punto, da
farsi spedire i maccheroni a Marsiglia, che arrivano però meno, e in ritardo,
forse per colpa dei doganieri; si prosegue con lo chef Massimo Bottura e il suo
ragù classico modenese, cotto a bassa temperatura, evoluzione senza estremismi;
c’è la ricetta del
ragù “rinforzato”, del giornalista Allan Bay, che firma la prefazione; ci sono i prediletti dal critico d’arte ed esteta Vittorio Sgarbi (con caviale e burro bianco); quelli degli artisti Wainer Vaccari (di puntine ), ed Enzo Cucchi (di frutta secca); quello ai funghi di Franco Fontana; e il ragù last
minute di Alfredo Rapetti in arte Mogol; l’imprenditore Claudio Cavicchioli stravede per il ragù di foiolo alla parmigiana; il ristoratore Walter Cantoni, ricorda quello preparato al ristorante Oreste
per il Re Leopoldo del Belgio; l’inventore di Nick Carter Guido De Maria ci svela il ragù di suo nonno; mentre Paride Rabitti, Lambruscologo, condivide il suo ragù di cotechino al lambrusco, e tanti altri ancora. Come sarebbe
triste la casa, senza quel profumino, che ci riporta alla genuina tavola
dell’infanzia, le verdure che friggono, la cipolla che imbiondisce, la carota e
il sedano che rosolano, in attesa di sua maestà la carne, rilasciando effluvi
amici. Può un libro farti correre in cucina ? Si è la risposta. Buon appetito.
Pubblicato sul Resto del Carlino
gennaio 2014