Una novità interessante nella patria del tortellino
di Luca Bonacini
L’inesorabile
passaparola dei gourmet, sta indicando fra le nuove aperture più interessanti
del momento, un bistrot di Castelfranco Emilia, il Flambar. Al ponte di comando
Massimo Gibertoni e Giulia della Casa, sorriso sincero, voglia di fare bene, e
tante idee. Giulia, dopo Scienze Politiche, 4 anni all’Embassy, ed altre
esperienze nell’ ambito della ristorazione, contribuisce con la sua verve
creativa, e la sua freschezza, curando la parte nutrizionale, e il
bilanciamento dei piatti, Massimo ha fatto di una passione un lavoro, dopo un
locale in Sardegna, 11 anni all’Embassy – 212, accanto a Roberto Mariotti,
figura fondamentale del suo percorso; è stato a scuola da Gualtiero Marchesi,
all’Alma; ha frequentato stage in locali stellati, e all’Osteria Francescana;
ha viaggiato negli Stati Uniti e in Australia, e ora eccolo qua, per iniziare
un nuovo progetto, mettendo in campo tutte le esperienze acquisite. Un locale
ampio, luminoso, un arredo moderno, dalle tonalità chiare, e dall’atmosfera accogliente,
ma quando scopro che friggono gnocco, dall’alba fino a molto dopo il tramonto, mi
sono già simpatici, una specialità che adoro, soprattutto se preparata secondo la
ricetta dell’Embassy dei tempi d’oro, che qui viene somministrato a tutte le
ore del giorno e della sera: a colazione, a pranzo, a cena, come stuzzichino
per l’aperitivo, e addirittura da asporto.
passaparola dei gourmet, sta indicando fra le nuove aperture più interessanti
del momento, un bistrot di Castelfranco Emilia, il Flambar. Al ponte di comando
Massimo Gibertoni e Giulia della Casa, sorriso sincero, voglia di fare bene, e
tante idee. Giulia, dopo Scienze Politiche, 4 anni all’Embassy, ed altre
esperienze nell’ ambito della ristorazione, contribuisce con la sua verve
creativa, e la sua freschezza, curando la parte nutrizionale, e il
bilanciamento dei piatti, Massimo ha fatto di una passione un lavoro, dopo un
locale in Sardegna, 11 anni all’Embassy – 212, accanto a Roberto Mariotti,
figura fondamentale del suo percorso; è stato a scuola da Gualtiero Marchesi,
all’Alma; ha frequentato stage in locali stellati, e all’Osteria Francescana;
ha viaggiato negli Stati Uniti e in Australia, e ora eccolo qua, per iniziare
un nuovo progetto, mettendo in campo tutte le esperienze acquisite. Un locale
ampio, luminoso, un arredo moderno, dalle tonalità chiare, e dall’atmosfera accogliente,
ma quando scopro che friggono gnocco, dall’alba fino a molto dopo il tramonto, mi
sono già simpatici, una specialità che adoro, soprattutto se preparata secondo la
ricetta dell’Embassy dei tempi d’oro, che qui viene somministrato a tutte le
ore del giorno e della sera: a colazione, a pranzo, a cena, come stuzzichino
per l’aperitivo, e addirittura da asporto.
Ma la vera novità è la cucina, un
ambiente open space, che non ha segreti, ampie vetrate permettono di vedere i
cuochi al lavoro, mentre tagliano, sminuzzano, cuociono, infornano, prelibatezze
a non finire, che di li a poco raggiungeranno il banco e i tavoli. Un vero e
proprio bistrot, dove prendere un aperitivo o cenare, per trascorrere un ora, o
una sera, in un’atmosfera gradevole e rilassata, con una cucina che pone al
primo posto l’artigianalità delle materie prime, la ricerca, e moderne tecniche
di cottura, pur attingendo alla tradizione. Ci si può affidare ai consigli di
Massimo cenando oppure optando per le tapas,
tanti assaggini da
leccarsi le dita, tutti differenti, e preparati al momento, da abbinare a una
buona bollicina o a un lambrusco di Sorbara chiaro e sincero, stuzzicando l’uovo
di Paolo Parisi con ristretto di
brasato di manzo e purè; o la pasta fagioli ristretta, con cappa santa scottata
alla griglia; o il riso Basmati al vapore, con fagiolini e carotine croccanti,
con pancetta di Zivieri; o l’hamburger di Fassona, con patate, e maionese appena
fatta.
ambiente open space, che non ha segreti, ampie vetrate permettono di vedere i
cuochi al lavoro, mentre tagliano, sminuzzano, cuociono, infornano, prelibatezze
a non finire, che di li a poco raggiungeranno il banco e i tavoli. Un vero e
proprio bistrot, dove prendere un aperitivo o cenare, per trascorrere un ora, o
una sera, in un’atmosfera gradevole e rilassata, con una cucina che pone al
primo posto l’artigianalità delle materie prime, la ricerca, e moderne tecniche
di cottura, pur attingendo alla tradizione. Ci si può affidare ai consigli di
Massimo cenando oppure optando per le tapas,
tanti assaggini da
leccarsi le dita, tutti differenti, e preparati al momento, da abbinare a una
buona bollicina o a un lambrusco di Sorbara chiaro e sincero, stuzzicando l’uovo
di Paolo Parisi con ristretto di
brasato di manzo e purè; o la pasta fagioli ristretta, con cappa santa scottata
alla griglia; o il riso Basmati al vapore, con fagiolini e carotine croccanti,
con pancetta di Zivieri; o l’hamburger di Fassona, con patate, e maionese appena
fatta.
Pubblicato su QN Resto del Carlino, febbraio 2014