RIAPRE LA NUNZIADEINA nel solco della tradizione
di Luca Bonacini
Una
nuova apertura, riporta in auge, una delle più significative insegne modenesi,
la Trattoria Annunciata. Un patrimonio di ricette, di tradizione, di savoir faire,
riprende vita, in una nuova sede, altrettanto antica, dove un tempo sorgeva il
ristorante Santa Maria fuori le mura, accanto all’Abazia di Nonantola. Gesti,
azioni, ricordi, emozioni, rivivono nel nuovo locale guidato da Rina Mattioli, che
in questi anni ha preservato con cura il libro di ricette di nonna Annunciata,
e che insieme alla figlia Lisa e al genero Luca, ha deciso di riprendere a
sfogliarlo insieme ai tanti amici e clienti, che in questi anni le chiedevano
di riaprire la Nunziadeina. Luogo
simbolo della gastronomia geminiana, insieme alla Bianca, a Fini, a Oreste, al
Caminetto, quell’insegna è garanzia di qualità e sinonimo di pasta fatta a
mano, di ragù che cuoce lento, di frutta e verdura scelte al mercato, di pane
fatto in casa, e riporta alla mente i sapori e i profumi delle leggendarie tagliatelle
al prosciutto dell’Annunciata, dei tortellini, dei tortelloni, della cotoletta
alla Petroniana, del monumentale carrello dei bolliti. Una cucina che era ed è l’emblema
di una città, in un viaggio nella fantasia culinaria dell’ultimo secolo, dove l’opulenza
della tavola degli Estensi si mescola ai piatti della tradizione contadina a
noi cosi cara.
nuova apertura, riporta in auge, una delle più significative insegne modenesi,
la Trattoria Annunciata. Un patrimonio di ricette, di tradizione, di savoir faire,
riprende vita, in una nuova sede, altrettanto antica, dove un tempo sorgeva il
ristorante Santa Maria fuori le mura, accanto all’Abazia di Nonantola. Gesti,
azioni, ricordi, emozioni, rivivono nel nuovo locale guidato da Rina Mattioli, che
in questi anni ha preservato con cura il libro di ricette di nonna Annunciata,
e che insieme alla figlia Lisa e al genero Luca, ha deciso di riprendere a
sfogliarlo insieme ai tanti amici e clienti, che in questi anni le chiedevano
di riaprire la Nunziadeina. Luogo
simbolo della gastronomia geminiana, insieme alla Bianca, a Fini, a Oreste, al
Caminetto, quell’insegna è garanzia di qualità e sinonimo di pasta fatta a
mano, di ragù che cuoce lento, di frutta e verdura scelte al mercato, di pane
fatto in casa, e riporta alla mente i sapori e i profumi delle leggendarie tagliatelle
al prosciutto dell’Annunciata, dei tortellini, dei tortelloni, della cotoletta
alla Petroniana, del monumentale carrello dei bolliti. Una cucina che era ed è l’emblema
di una città, in un viaggio nella fantasia culinaria dell’ultimo secolo, dove l’opulenza
della tavola degli Estensi si mescola ai piatti della tradizione contadina a
noi cosi cara.
Un locale che aveva aperto a Cittanova nel 1925, grazie alla
tenacia di nonna Annunciata arrivata vedova da Vignola con quattro figli, inizialmente
rilevando un semplice negozio di alimentari e macelleria, poi quasi subito
trasformato in trattoria, che negli anni era passato alla figlia Olga, ai
nipoti Gianni e Guido, alla moglie Elvira e a Rina Mattioli, ma aveva chiuso i
battenti nel 2002, dopo aver felicemente resistito per settantasette anni e
aver ristorato milioni di persone, incapaci di resistere agli effluvi che
sprigionavano dalla cucina e inondavano la via Emilia, garantendo il parcheggio
sempre pieno. Esercitare l’arte della buona tavola, è una dote riservata a
pochi eletti, dare piacere con i fornelli è una pratica rara, che Rina
Mattioli, degna erede di una stirpe di affermati di ristoratori, padroneggia
ampiamente, cucina modenese e ricette centenarie, condivise con gioia in un
elegante ma familiare servizio alla carta, o nelle serate a tema dedicate ai
primi piatti, al baccalà, alla salsiccia, ai bolliti, ai fritti misti,
organizzate mensilmente, per la gioia di clienti e amici, vecchi e nuovi.
tenacia di nonna Annunciata arrivata vedova da Vignola con quattro figli, inizialmente
rilevando un semplice negozio di alimentari e macelleria, poi quasi subito
trasformato in trattoria, che negli anni era passato alla figlia Olga, ai
nipoti Gianni e Guido, alla moglie Elvira e a Rina Mattioli, ma aveva chiuso i
battenti nel 2002, dopo aver felicemente resistito per settantasette anni e
aver ristorato milioni di persone, incapaci di resistere agli effluvi che
sprigionavano dalla cucina e inondavano la via Emilia, garantendo il parcheggio
sempre pieno. Esercitare l’arte della buona tavola, è una dote riservata a
pochi eletti, dare piacere con i fornelli è una pratica rara, che Rina
Mattioli, degna erede di una stirpe di affermati di ristoratori, padroneggia
ampiamente, cucina modenese e ricette centenarie, condivise con gioia in un
elegante ma familiare servizio alla carta, o nelle serate a tema dedicate ai
primi piatti, al baccalà, alla salsiccia, ai bolliti, ai fritti misti,
organizzate mensilmente, per la gioia di clienti e amici, vecchi e nuovi.
Pubblicato sul Resto del Carlino marzo 2014