Sentirsi a casa al
Mercato Albinelli
Mercato Albinelli
di Luca Bonacini
Ogni
settimana 30.000 persone entrano al Mercato Albinelli nel cuore di Modena, dichiara il
Consorzio dei commercianti, e se la morsa della
crisi non da tregua, e una decina di banchi sono mestamente vuoti, andare all’Albinelli,
si riconferma un rito quotidiano, per molti modenesi affezionati alla loro
città. Agli abituè, che arrivano in
bicicletta e a piedi per fare la spesa, si aggiungono sempre più numerosi,
turisti italiani e stranieri, che scelgono Modena, per passarvi qualche ora, e
poi proseguire verso le città d’arte della penisola. Varcano ammirati quella
suggestiva soglia in ferro battuto, con macchine fotografiche alla mano, e visitano
il Mercato Albinelli, con la stessa attenzione dedicata al Duomo, alla Ghirlandina,
al Palazzo Ducale, c’è qualcosa di magico nel mercato più antico della città. Una
storia che rimanda al Medioevo, e al primo mercato, che animava le strade e le
piazze della città, e che poi trovò la sua sede in piazza Grande. Se già
nell’800, si comincerà a parlare di spostare il mercato, bisognerà aspettare i
primi del ‘900 per veder risanata contrada delle carceri, sede del mercato del
pesce e del macello, e attuale via Albinelli, e attendere fino al il 28 ottobre
1931, per vedere dopo secoli, l’elegante sede prendere vita, e venir inaugurata
dopo due anni di lavori. Una struttura moderna e funzionale, con colonne
portanti ed eleganti volute in ferro lavorato, con banchi di marmo rosa, l’acqua
corrente, un sistema di deflusso dell’acqua per la pulizia del pavimento,
e nella zona centrale del mercato, la preziosa
fontana dello scultore Giuseppe Graziosi che ritrae una fanciullina con canestro di fiori. Un
gioiello liberty di cui andare fieri dunque, che oggi intraprende un nuovo
corso, ci conferma Claudio Zoboli, direttore del Mercato Albinelli, “è in atto
una profonda trasformazione, il Mercato si evolve, sono in programma modifiche
strutturali in accordo con il Comune, di cui già oggi si vedono i primi
segnali, lo spazio che era occupato all’interno da alcuni banchi, ora ha sedie,
tavolini e ombrelloni, e anche all’esterno sono state pensate alcune micro aree
per far sostare i clienti, che possono acquistare il cibo e venirlo a consumare
comodamente seduti”. Ci saranno eventi per incentivare il pubblico a scegliere
il mercato, non solo come un punto di passaggio veloce, ma di sosta, incontri
con l’autore, mostre, e degustazioni. Un modo intelligente per difendere un
pezzo della città, che nel 1997, è stato riconosciuto “monumento di interesse
storico nazionale”.
settimana 30.000 persone entrano al Mercato Albinelli nel cuore di Modena, dichiara il
Consorzio dei commercianti, e se la morsa della
crisi non da tregua, e una decina di banchi sono mestamente vuoti, andare all’Albinelli,
si riconferma un rito quotidiano, per molti modenesi affezionati alla loro
città. Agli abituè, che arrivano in
bicicletta e a piedi per fare la spesa, si aggiungono sempre più numerosi,
turisti italiani e stranieri, che scelgono Modena, per passarvi qualche ora, e
poi proseguire verso le città d’arte della penisola. Varcano ammirati quella
suggestiva soglia in ferro battuto, con macchine fotografiche alla mano, e visitano
il Mercato Albinelli, con la stessa attenzione dedicata al Duomo, alla Ghirlandina,
al Palazzo Ducale, c’è qualcosa di magico nel mercato più antico della città. Una
storia che rimanda al Medioevo, e al primo mercato, che animava le strade e le
piazze della città, e che poi trovò la sua sede in piazza Grande. Se già
nell’800, si comincerà a parlare di spostare il mercato, bisognerà aspettare i
primi del ‘900 per veder risanata contrada delle carceri, sede del mercato del
pesce e del macello, e attuale via Albinelli, e attendere fino al il 28 ottobre
1931, per vedere dopo secoli, l’elegante sede prendere vita, e venir inaugurata
dopo due anni di lavori. Una struttura moderna e funzionale, con colonne
portanti ed eleganti volute in ferro lavorato, con banchi di marmo rosa, l’acqua
corrente, un sistema di deflusso dell’acqua per la pulizia del pavimento,
e nella zona centrale del mercato, la preziosa
fontana dello scultore Giuseppe Graziosi che ritrae una fanciullina con canestro di fiori. Un
gioiello liberty di cui andare fieri dunque, che oggi intraprende un nuovo
corso, ci conferma Claudio Zoboli, direttore del Mercato Albinelli, “è in atto
una profonda trasformazione, il Mercato si evolve, sono in programma modifiche
strutturali in accordo con il Comune, di cui già oggi si vedono i primi
segnali, lo spazio che era occupato all’interno da alcuni banchi, ora ha sedie,
tavolini e ombrelloni, e anche all’esterno sono state pensate alcune micro aree
per far sostare i clienti, che possono acquistare il cibo e venirlo a consumare
comodamente seduti”. Ci saranno eventi per incentivare il pubblico a scegliere
il mercato, non solo come un punto di passaggio veloce, ma di sosta, incontri
con l’autore, mostre, e degustazioni. Un modo intelligente per difendere un
pezzo della città, che nel 1997, è stato riconosciuto “monumento di interesse
storico nazionale”.
Pubblicato su QN Resto del Carlino – settembre 2014