Domenica 6 maggio, si è conclusa con successo la terza edizione di “Vignaioli Contrari”. L’evento, organizzato da Marcello Tebaldi, Mirco Bellucci, e Simone Balestri, sotto l’egida di Slow-Food, ha riacceso i riflettori sui vini biologici e biodinamici, andando a collocarsi tra gli appuntamenti del vino più interessanti della nostra provincia. La formula era la medesima delle prime due edizioni, al centro della scena, 33 minuscole aziende agricole, che hanno scelto di abbracciare una filosofia produttiva ancestrale, ispirandosi a Slow-Food, associazione internazionale no profit che da sempre è dedita a valorizzare il cibo, e chi lo produce, rispettando ambiente, ecosistemi, territori e tradizioni locali. Una realtà volontaristica, che promuove progetti in difesa della biodiversità, tutelando razze animali, e varietà vegetali, che nella “Condotta Vignola e Valle del Panaro”, pone l’attenzione sulla ciliegia Moretta, sul metodo di rifermentazione spontanea in bottiglia, sulla Vacca Bianca Modenese, e sui contadini e gli artigiani che producono un cibo “Buono, Pulito e Giusto”, storico slogan di Carlo Petrini.
L’evento si è svolto domenica 6 maggio, dalle 10,30 alle 19,30, presso la Rocca di Spilamberto, per sei secoli appartenuta ai marchesi Rangoni, e nel 2005 acquistata dal Comune di Spilamberto, che ne ha promosso il restauro, rendendo il centro della cittadina modenese ancora più accogliente. Una meta accattivante per i gourmet, che nel contempo hanno potuto visitare il pregevole museo dell’aceto balsamico tradizionale, partecipando a degustazioni mirate, ma anche assaggiando il nocino e i deliziosi amaretti, rinomate tipicità locali. La Corte del Gusto e le sale attigue della Rocca hanno ospitato i 33 vignaioli, giunti da dieci regioni italiane, che si sono raccontati, facendo degustare le migliori bottiglie della loro produzione, mentre si alternava un fitto programma di laboratori sul vino. Alle 12 nella formaggiaia si è parlato dei bianchi del territorio, con i vignaioli: Jacopo Giovannini, Alessandro Fanti, Massimo Palmieri e Luca Raccaro, mentre alle 15,30, è toccato ai rossi, grazie alla presenza dei Vignaioli: Pier Paolo Antolini, Claudio Cipressi, Giorgio Erioli, Andrea Ghigliazza. A entrambe le degustazioni, si è aggiunta l’ormai collaudata formula della “Roulette de vin”: ogni 20 minuti i produttori si spostavano da tavolo a tavolo, con 8 vini in degustazione e prodotti tipici in abbinamento.
Tra i 33 partecipanti abbiamo assaggiato Vittorio Graziano, uno dei produttori simbolo del Grasparossa ancestrale, che dal 1978, iniziò a impiantare il primo ettaro, per arrivare ai 5 di oggi, puntando sulla biodiversità, ed evitando la chimica in vigna. Da assaggiare lo strepitoso Fontana dei Boschi; Roberto Balugani, cinque ettari di vigneto sui rilievi tra Castelvetro e Levizzano Rangone, con pratiche produttive, rispettose del territorio, che esprimono un’ottimo metodo tradizionale a fermentazione naturale in bottiglia, e un interessante Sfecciato di Grasparossa; Poggio Murazzo, solo un ettaro di vigneto, con una incredibile varietà di uve, Lambrusco Grasparossa, Malvasia, Moscato, Pinot bianco, Verduzzo friulano, Traminer aromatico, Sauvignon e Barbera, in un balcone naturale che domina Marano sul Panaro, dove Giorgio Bergonzini produce con passione poco più di 1500 bottiglie. Di grande piacevolezza il Lambrusco dell’Emilia; l’Azienda agricola Cavaliera, con quattro ettari di vigneti in posizione ventilata e ben esposta, con una produzione iniziata negli anni ’80, e ottimi Grasparossa, Pignoletto, Trebbiano e Malbo Gentile, biologici. Da provare il lambrusco e il Rosato.
Ma anche il resto dell’Italia era ben rappresentata con Poggio alle Grazie di Castelnuovo del Garda (VR), e il pregevole rifermentato naturale in bottiglia, di Corvina, Rondinella e Garganega Passita; Stefano Legnani di Sarzana (SP), e la sua micro produzione di Vermentino, che sa di mare e vegetazione del Levante, coltivata in un solo ettaro di vigneto, che brilla con il notevole Loup Garou; e Pier Paolo Antolini, di Marano di Valpolicella (VR), insieme ai suoi seducenti e “naturali”, Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto.
Pubblicato su QN Resto del Carlino – maggio 2018