Smartphone e Wi-Fi si dimenticano mentre si cammina per i suggestivi vicoli e le piazze di Castelvetro, antico presidio fortificato dei Rangoni, e la storia ti avvolge con tutto il suo fascino fin dai primi passi, quando parcheggiata l’auto ci si inoltra sul selciato un tempo calcato da carri e cavalli, che conduce alla panoramica balconata della Dama dove l’occhio spazia sulla pianura. Ma ecco le mura quattrocentesche un tempo presidiate da bellicosi armigeri, e un delizioso locale, la cui insegna è circondata da una coltre verde di capperi, misteriosamente cresciuti aggrappati alle secolari pareti in sasso. Siamo al Cappero alle mura, il regno di Francesco Pedone, chef di origini baresi giunto a Modena a seguito di un luminoso percorso professionale. Poi la scoperta del suggestivo borgo di Castelvetro, dove cinque anni fa apre il suo ristorante, dedicandosi a una cucina ricca di spunti creativi. Quelle che un tempo erano le segrete del Castello, donato come regalo di nozze alla Contessa Matilde di Canossa, ora sono ambienti caldi e d’atmosfera con un fresco dehor che vale il viaggio, dove lasciarsi coccolare da Nunzia e Francesco, entrambi pugliesi, legati da un sodalizio sentimentale e professionale indissolubile, che vi accompagnano attraverso un percorso gastronomico che non ha preclusioni ne steccati, alla scoperta della cucina regionale italiana, delle specialità pugliesi, e di quelle modenesi, queste ultime insegnate da un maestro del calibro di Tino della mitica Busa, con cui Francesco ha collaborato prima di aprire il Cappero. Ma Francesco e Nunzia non si accontentano di attendere il cliente, animano con vivacità lo storico borgo, proponendo eventi a tema, uno per tutti la Tonnata, che ha avuto luogo mercoledì scorso, ormai un appuntamento fisso con sonorità, coreografie, atmosfere e grande cucina, nel quale lo chef può mettere in gioco tutto il suo estro e la sua esperienza in un goloso menù pensato per mesi a base di tonno, dove il pesce pelagico diventa il sovrano assoluto e viene riletto in un viaggio fuori dall’ordinario e dalle convenzioni. Ecco allora il Mojitonno, un delizioso mojito aromatizzato al tonno; il tonno crudo e marinato; le orecchiette alla crudaiola; il Cannellone al basilico con farcia di magro al ragù bianco di tonno; il filetto di tonno scottato su cipollotti di Tropea caramellati; la ventresca di tonno alla griglia e salsa agli agrumi; e per finire “Il tonno è nu Babà”, un delizioso dessert dai contrasti inaspettati.
Pubblicato su QN Resto del Carlino – giugno 2016
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