Gnocco da competizione e anche altro alla Cà Bianca

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di Luca Bonacini

Le prime colline modenesi sono un rifugio sicuro quando il caldo in città si fa sentire, lo sanno bene gli habituè della trattoria Cà Bianca, a Solignano (Mo), una vera e propria oasi di tradizione culinaria, condotta con passione da Marisa Berselli insieme alla figlia Federica Storchi, sommelier. Del resto buon sangue non mente, la rinomata cucina di mamma Maria e papà Remo Berselli, è stata a lungo punto di riferimento per i gourmet modenesi al ristorante il Portico di Casinalbo, una trattoria centenaria purtroppo chiusa da alcuni anni. Marisa, segue le orme materne, e dopo il diploma in ragioneria e alcuni anni di gavetta gestisce con il fratello per dieci anni il Sombrero a Settecani, fino al ’97, quando si innamora letteralmente di quel verde poggio a Solignano, con un ristorante molto più piccolo di oggi e senza parcheggio, che sogna di rilanciare ed allargare. Il cognato Ivo Piombini, capace industriale della zona, aiuta in una prima fase Marisa, e l’operazione di acquisizione va in porto, cominciano i lavori di ampliamento, si procede a una poderosa ristrutturazione per poter accogliere comodamente 200 ospiti, e si decide l’insegna: si chiamerà Cà Bianca, un nome che richiami al calore familiare e al bianco dell’edificio. Il personale del Sombrero si trasferisce in blocco e si riparte, sfogliando il collaudato libro delle ricette di mamma Maria. C’è la pizza, sottile, gustosa, digeribile, cotta nel forno a legna, con una ricetta perfezionata nel corso degli anni, oggi preparata anche con farina di kamut e integrale; ci sono il gnocco fritto e le crescentine, con i prosciutti di Galloni, Villani, Sant’Ilario, le pancette e le coppe di San Bono, la mortadella Favola di Palmieri. Le sfogline producono quotidianamente i tortellini, i tortelloni, le lasagne, i cannelloni, le tagliatelle, cucinate con perizia secondo regole collaudate, insieme a gustose tagliate, filetti, bolliti e arrosti misti, ma senza dimenticare le esigenze della clientela vegetariana e vegana, a cui si propongono piatti altrettanto gustosi. La cantina è ricca di proposte territoriali e di una selezione delle più importanti regioni d’Italia, mentre un’estesa carta distillati lascia stupiti i più raffinati palati. E se quasi vent’anni di ininterrotta gestione, sono trascorsi, il bilancio può dirsi più che positivo, una clientela affezionata, modenese, italiana, straniera, e tante soddisfazioni, anche quella di entusiasmare Vissani con la cucina modenese, e vedere entrare con il suo sorriso contagioso, Gianni Morandi, il regalo più bello per Marisa.

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Pubblicato su QN Resto del Carlino – maggio 2016

 

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