Trebbiano Day 2024

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A Castelvetro tutti o quasi i Trebbiano d’Italia in mescita, con oltre 40 cantine d’Italia, per conoscere e assaggiare l’antico vitigno, attraverso i banchi degustazione, le masterclass, la cena.

Trebbiano, un vitigno di pregio per decenni dimenticato, di cui lo scorso 30 settembre si è parlato in un evento di cultura del vino, presso l’Agriturismo la Cavalliera di Castelvetro, sulle stesse colline modenesi dove prospera il Grasparossa. Oltre quaranta cantine giunte da tutta la penisola, che hanno posto in assaggio la loro personale interpretazione del Trebbiano, macerati, fermi, frizzanti, in acciaio, in legno, giovani, invecchiati, secchi, abboccati, dolci, per un evento a carattere nazionale, giunto alla nona edizione, ideato dal degustatore indipendente e formatore Matteo Pessina, fondatore di Calicivivi. “…34 quartari e mezzo di vino Trebbiano finissimo…”, ma anche capponi, vitelle da latte, manzi e pani di zucchero in quantità, insieme a pregiati tessuti di broccato e damasco, furono l’omaggio della città di Modena al Duca Alfonso II° d’Este, in occasione della sua visita in città, il 21 aprile 1561, due anni dopo essersi insediato, ancora ventiseienne alla guida del ducato. Il duca aveva vissuto lunghi periodi alla corte di Versailles, ed era amante della caccia, prediligendo la riserva di Camposanto, nella Bassa modenese, per la pregiata e abbondante selvaggina, ma quella volta volle soggiornare a Modena, non immaginando che un giorno non così lontano, sarebbe diventata la capitale del ducato. Rimarrà otto giorni e la città saprà onorarlo con festeggiamenti, giochi e tornei, offrendogli il migliore dei vini di cui disponeva, il Trebbiano, in quelle epoche lontane considerato più prezioso del Lambrusco. Sempre presente sulla tavola dell’illustre casato, nei due secoli e mezzo in cui Modena divenne la nuova casa degli Estensi, il Trebbiano verrà progressivamente dimenticato, fino a questi ultimi anni, nei quali sta vivendo un nuovo rinascimento, grazie a una schiera di virtuosi produttori, come Vittorio Graziano, tra i precursori più autorevoli. L’appuntamento sold-out già la settimana prima, prevedeva un ampio banco d’assaggio, seguito da 3 laboratori tematici sul Trebbiano, una verticale di 5 annate di grandi formati della Cavalliera e la cena con l’ottima cucina di tradizione dell’Agriturismo modenese.

Credits: Massimo Bonini

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