Arrivare a Vesale all’imbrunire è davvero uno spettacolo unico. Le luci della sera illuminano come un presepe le poche case e la seicentesca chiesa di San Giorgio, sempre vicina al paese nei momenti più duri, anche durante la guerra, edificata sull’erto sperone roccioso, con la pregevole abside romanica che risale ai fasti dell’antico castello. Il suggestivo piccolo borgo, verso l’ora di cena si anima, sono gli avventori della storica Locanda Zita, che hanno prenotato e reclamano il tavolo, arrivano da Sestola, da Modena, qualcuno da Bologna, potranno godere della rinomata cucina di una delle più affidabili mete culinarie della nostra montagna. Un’insegna che risale alla fine dell’Ottocento, legata indissolubilmente a Zita, nonna di Luca Biolchini attuale proprietario, che ha preso il testimone dai genitori ed è subentrato nell‘87. Gli ambienti eleganti, in sasso e legno del pian terreno, sono stati interamente ripensati, con una ristrutturazione durata tre anni che ha reso abitabili i sotterranei dove è stata ricavata una suggestiva cantina, che custodisce vini pregiati delle più importanti regioni del mondo, insieme ad alcune salette con le volte in pietra dove si può cenare, mentre ai piani superiori ci sono 9 camere, due suite e una confortevole area benessere.
La proposta culinaria pone la cucina modenese al centro, regina incontrastata di una carta ampia e variegata che prevede praticamente tutti i piatti simbolo geminiani. Il personale amabile e accogliente, accompagna l’ospite in un viaggio nella cucina modenese di casa, con la pasta fresca fatta a mano (da podio i tortelloni al tartufo, le tagliatelle al cinghiale, i gnocchi di patate casarecci con crema di Parmigiano e tartufo), e ancora il gnocco fritto fragrante e non unto, le crescentine morbide e croccanti, le cacciatore e gli arrosti cotti a puntino, tuttavia la specialità assoluta sono i funghi, raccolti freschi e cucinati a regola d’arte, alla griglia, fritti, in umido, in insalata, oppure in saporiti umidi come condimento di primi e secondi. Quella dei funghi è una pratica consolidata alla Locanda Zita, che vanta estimatori di ogni ordine e grado e comincia a febbraio con i ‘dormienti’ per proseguire in primavera con ‘spugnole, prugnoli, galletti, russole, porcini, ovoli e trombette’, fino a tardo autunno, quando arriva il momento del tartufo e si aggiungono anche le ricette a base di castagne, in osservanza alla più vera e genuina cucina montanara.
di Luca Bonacini