Tutti sembrano propensi a indicare la vecchia Inghilterra come patria del rugby, ma il più nobile tra gli sport di squadra, potrebbe risalire a un antichissimo gioco che si praticava nell’antica Grecia già nel 400 a.C. chiamato Episkyros, progenitore dell’harpastum romano, della soule francese e del calcio storico fiorentino. La data è il 1823, quando nella cittadina di Rugby, nella contea inglese di Warkwickshire, durante una partita di calcio, il giovanissimo William Webb Ellis, preso il pallone con le mani, inizia a correre fino al limite del fondocampo, realizzando così la prima meta della storia del rugby, un episodio certificato da una targa presso la locale Rugby School. A fine Ottocento, il rugby si propagherà nei 5 continenti, per arrivare anche a Genova, a Torino e nel resto della penisola. A metà degli anni sessanta, nasce il primo club modenese, come Associazione Sportiva Modena Rugby, alla fine del 1973 il disegnatore modenese Guido Silvestri, in arte “Silver”, disegna il logo della neonata società modenese, ispirandosi a Lupo Alberto, il suo personaggio più noto. Nel 2002 viene rifondata con il nome di Modena Rugby Club, nel 2014 la Società assume la denominazione attuale ‘Rugby Modena 1965’. La sede attuale è in un grande impianto situato a Collegarola, con una superficie di 63mila mq, alla guida del club il presidente Enrico Freddi, che coordina il lavoro di decine di volontari, oltre 450 soci e sportivi di tutte le età, compresi i bambini, che si allenano, competono e partecipano a campionati e gemellaggi con club italiani e stranieri, e c’è anche la sezione “Veterani” presieduta da Franco Bettini. In ogni Rugby Club che si rispetti la Club House è fondamentale per creare il clima e per garantire momenti ricreativi e conviviali, quella del Modena Rugby Club è affidata dallo scorso gennaio a Marco (Ghidda) Ghidorzi, Professional Bartender Aibes, sommelier AIS, ed ex rugbista, ha giocato 10 anni per il Modena Rugby, anche in serie A e ha allenato squadre giovanili del Modena Rugby per 15 anni.
“L’atmosfera che circonda il Rugby è unica. E’ il mio ambiente e mi ha aiutato a formare il carattere, è stato molto formativo a livello mentale, viaggiando in Italia e all’estero, ho potuto conoscere persone diverse”. Ghidda ha dedicato tempo ed energie alla mixology e al mondo dell’ospitalità, cercando sempre momenti di crescita professionale. E’ stato diciassette anni al Maranello Cafè, dal 2002 al 2019, occupandosi della parte serale, con percorsi di ricerca sulla miscelazione, puntando sulla realizzazione home made dei prodotti necessari alla creazione dei cocktail. “Era un palcoscenico internazionale, grazie alla Ferrari che portava da noi piloti, ingegneri e dirigenti, che venivano da tutto il mondo, in particolar modo da quello anglosassone, con loro ogni sera facevamo prove e testavamo i drink, stavano al gioco e insieme a loro sono nati alcuni miei storici signature, come il Palamede Cocktail al Parmigiano, shrub di pere e balsamico ABTM; l’Excelsior Tini, con aceto balsamico ABTM, Extra Vecchio (50y), finito in ormai rare botti di Ginepro di Renzi e numerosi altri”. Ha proseguito alla Vecchia Pirri, al Gran Caffè bistrot, alla Bottega 39, al Caffè del Collegio, al Caffè Concerto e in altri locali modenesi, alternando l’esperienza lavorativa, a master e concorsi per affinare la sua conoscenza sui vini, sulla liquoristica e sui cocktail. “Oggi un nuovo progetto con la conduzione della Club House, che sarà aperta dal lunedì al sabato, dalle 17, fino a mezzanotte, fino all’una il venerdì e sabato, martedì chiusi e le domeniche di campionato aperti a pranzo fino alle 21 su prenotazione. Proporremo ai 450 soci e a chi non è associato, un menu, una carta cocktail e una proposta gastronomica che parli di territorio”. Decisamente un luogo della modenesità, dove andare a cena oppure a bere un cocktail preparato da Ghidda o una birra, o una bollicina, contando su una proposta che interseca la mixology, alla cucina modenese/emiliana dello chef Fabio Mazzeo. Ecco dove trascorrere nel fresco della campagna modenese, qualche ora in allegria, scegliendo drink, buone bottiglie e percorsi gastronomici che esplorano le materie prime modenesi. In sala Niki (Nikan Jooyani), Sommelier, Maitre e Bartender AIBES, che ha fornito un prezioso contributo per impostare il servizio ai tavoli e per selezionare una carta vini adatta al contesto. Dalla drink list segnalo l’A(mo)ricano, una versione del Negroni con il Nocino al posto del gin; il Sangre De Mvtina, una sangria a base di Grasparossa; il Sorbara Fizz, versione contemporanea del “mes e mes” con Sorbara Metodo Classico e bitter; il Kowloon, ispirato alla città di Hong Kong, con June Kombucha, fiori di sambuco e aria di vodka alle ortiche. Dalla cucina, il gnocco fritto con prosciutto crudo 30 mesi, i tortellini in crema di Parmigiano, la gramigna al torchio con salsiccia, i tortellacci ricotta, burro e salvia, la faraona, la guancia al maialino, il filetto di maiale al nocino, le costine al lambrusco, la Cesar salad, i tacos, la paella. Un’insegna di cui sentiremo ancora parlare.
http://www.modenarugby1965.it/
A cura di Luca Bonacini