Oggi è il primo giorno di vita del suo blog https://vaniavalentini.com e siamo certi che diventerà un appuntamento fisso dare un occhiata ai suoi approfondimenti per saperne di più sulle bollicine assolutamente da assaggiare almeno una volta nella vita. Sommelier AIS, un Master sul vino ad Alma, concorsi, collaborazioni con guide, autorevoli testate e prestigiosi istituti di formazione, fino a quando Alberto Lupetti, ideatore della guida Grandi Champagne, tra i più importanti esperti di champagne al mondo, l’ha voluta accanto a sé come vice-curatrice della guida Grandi Champagne, una pubblicazione unica nel suo genere, considerata dagli appassionati di bollicine un testo miliare. E’ solo una parte del percorso professionale di Vania Valentini, una delle comunicatrici del vino più interessanti degli ultimi anni, con un approccio entusiasta, che lascia intuire una grande passione per il mondo dell’enogastronomia. “Un progetto editoriale decisamente affascinante ma molto articolato, a cui collaboro dal 2015 – conferma Vania Valentini. Tanto lavoro e tanti chilometri, soprattutto in Francia, per valutare i produttori vecchi e nuovi, coordinare gli assaggi, i membri del panel, redigere le schede. Una mole di lavoro che ci ha portato ad assaggiare alcune centinaia di champagne, per arrivare a una selezione di 120 produttori e di 490 champagne da includere nella pubblicazione. Uno strumento che si rivolge sempre di più ai vignerons, che si dividono lo spazio con le grandi Maison, sempre affidabili e ineccepibili”. Ma quale è lo stato di salute delle bollicine italiane e modenesi? “In forte crescita, il consumo di sparkling wine nel mondo negli ultimi dieci anni è aumentato più del 50% e anche in Italia la bollicina vive un momento felice. Trovo positivo che finalmente si abbia consapevolezza del proprio territorio, dei propri vitigni, senza preoccuparsi troppo di imitare i francesi. Il nostro paese esprime spumanti originali, unici, contemporanei e di grande trasversalità, e anche l’immagine del Lambrusco è cresciuta tantissimo, siamo un esempio di come con impegno, condivisione di obiettivi e il contributo di qualche vignaiolo virtuoso, possa risollevare un’intera tipologia e un territorio. Oggi, il Lambrusco non è più un vino di serie ‘B’ ma è apprezzato in tutto il mondo e affascina un po’ tutti, anche la critica più esigente. Piacevolezza, personalità e trasparenza, queste le caratteristiche che il consumatore cerca oggi in una bottiglia di Lambrusco”. Molto è cambiato in questi ultimi anni, ma non sono ancora tantissime le donne a contare davvero nel mondo del vino, conosciamola meglio. Come ti sei avvicinata al mondo del vino? “È curioso, ma se mi ci fai pensare, è stata proprio una serata dedicata allo champagne. Lavoravo per una grossa azienda come Responsabile Filiali Estere e andai a questa serata (una delle poche, allora) per curiosità, per fare qualcosa di nuovo; rimasi colpita da quello che scoprii esserci dietro a un calice di vino, in questo caso, appunto, di champagne; la storia, gli aneddoti, i territori, gli uomini… venivo da poco da Londra, dove avevo vissuto e lavorato diversi anni in wine bar della City in cui girava parecchio vino francese; quella sera, mi si chiuse il cerchio, fu una folgorazione. Mi iscrissi subito ad un corso AIS, era il 2008”. Quale è stato il tuo percorso formativo? “Terminata l’AIS, decido di iscrivermi al Master del vino ad Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Ormai il vino è più di una passione e voglio approfondire, specializzarmi. Alma mi dà questa possibilità ma, soprattutto, mi si aprono nuovi scenari, nuove storie ed esperienze meravigliose, sempre legate al mondo del vino. Così non mi fermo, una volta diplomata Alma (con una tesi sul Lambrusco) decido di fare l’esame da Degustatore AIS a Milano, titolo forse non particolarmente importante, oggi, ma che mi mette di nuovo sui libri a studiare, tantissimo. Nel frattempo, Andrea Grignaffini, tra i critici enogastronomici più preparati del nostro tempo, mi nota in Alma e mi coinvolge in importanti panel di degustazione in cui partecipano alcuni dei migliori interpreti del vino che abbiamo in Italia. Infine, entro finalmente in campo. Inizio a collaborare con Guide di settore, partecipo a concorsi, ed entro come docente ai Corsi Superiori di Cucina in Alma. Qualche anno dopo conosco Alberto Lupetti, tra i massimi esperti di champagne al mondo, che mi chiede di collaborare con lui. Era la primavera 2015 e, da quel momento, parte tutto”. Quali persone sono state fondamentali in questo tragitto? “Massimo Castellani (mio docente Alma) per avermi fatto appassionare alla Borgogna e allo Champagne, Andrea Grignaffini per avere creduto in me ed avermi preso per mano, accompagnato e guidato nel mondo del vino, infine, naturalmente, Alberto Lupetti per avermi dato la possibilità di conoscere la Champagne e collaborare a fianco a lui. Senza di loro, non avrei fatto nulla”. Parlaci della Guida agli champagne, l’unico prodotto cartaceo del genere in Italia. Come è nata, quali sono le criticità di una guida del genere? “Nel ruolo di vice-curatrice e membro del panel di degustazione, mi occupo della selezione dei produttori da inserire in Guida nonché della revisione delle schede tecniche. La Guida Grandi Champagne nacque dopo che Alberto Lupetti, uscito da un’altra Guida che ora non esiste più, tentò di riunire esperti e appassionati, per creare uno strumento di consultazione autorevole. Si rese conto presto, tuttavia, delle troppe difficoltà nel perseguire questo obiettivo e decise, così, di fare la Guida da solo. Era il 2011 e, oggi, la Guida Grandi Champagne è alla sua 6° edizione (esce ogni due anni). Fare la Guida è un lavoro affascinante, ma è anche molto impegnativo già a partire dal contatto con i produttori vecchi e nuovi, che intendiamo visitare ed eventualmente inserire. Poi c’è il coordinamento degli assaggi, dei membri del panel, degli ospiti e delle cuvée disponibili (e di quelle in ritardo o in prossima uscita). Gli assaggi dell’ultima Guida sono stati oltre 600, con più di 120 produttori recensiti e oltre 490 champagne. Sono numeri importanti, le giornate dedicate agli assaggi assorbono completamente, sia a livello fisico che psicologico. La Guida, oggi alla sua sesta edizione, è composta da 640 pagine e nel corso del tempo si è arricchita sia graficamente che nel numero di produttori”.
di Luca Bonacini