Non sappiamo con certezza ciò che comparve sulla tavola dei neo sovrani del Regno d’Italia Napoleone Bonaparte e Giuseppina Beauharnais, quando giunsero a Modena il 25 giugno 1805, ma un’inattesa preferenza verso il Lambrusco da parte del condottiero, ci viene confermata da una ricerca compiuta dall’avvocato Giorgio Giusti nel suo pregevole volume ‘Solo Lambrusco’, Edizioni Galleria Mazzoli 2015. Venuto a Modena nove anni prima, Napoleone aveva molto apprezzato il Lambrusco della Fattoria Lugli di Casinalbo: “…e tanto gli piacque, da farsene inviare diverse casse in Francia e in seguito all’Elba.” Il generale francese era un uomo d’armi, la cui prima preoccupazione era il rancio dei suoi soldati, a cui poi poteva chiedere sacrifici impossibili. L’alimentazione delle truppe dell’Armée passava inderogabilmente da pane, carne, sale, riso, cipolle, aceto e vino, quest’ultimo ingrediente fondamentale per l’umore dei militari. Una brutta ulcera gastrica viceversa vincolava i pasti di Napoleone e ne condizionava una dieta alquanto sbrigativa, spuntini semplici, leggeri, frequenti, in prevalenza a base di zuppe di cipolle, fagioli, patate e tanto pollo. Tutto lascia supporre quindi che il famoso Pollo alla Marengo, generato poco dopo la celeberrima battaglia del 14 giugno 1800, sia nato grazie a un guizzo creativo del cuoco svizzero Dunand che seppe combinare sapientemente ciò che trovò nei dintorni, un piccolo pollo, qualche gambero di fiume, uova, olio, aglio e pomodori. Un piatto dalle mille contraddizioni con ingredienti apparentemente poco compatibili, ma che piacque al condottiero tanto da divenire uno dei suoi preferiti, spesso bagnato da un calice di Chambertine. Una ricetta italianissima, conferma Joseph Favre fondatore dell’Académie Culinaire de France, che il condottiero vorrà cucinata sempre così. Invano Dunand cercherà di modificarla suscitando le ire di Napoleone, aggiungerà funghi, sostituirà il vino bianco al cognac, ma niente da fare, dopo ogni battaglia il condottiero vorrà sempre la (vittoriosa) versione originale.
di Luca Bonacini
Pubblicato in versione ridotta su Qn Resto del Carlino – ottobre 2020