“Figliola ci sono cose che assolutamente non si fanno! Per esempio bere Dom Perignon del ’53 a una temperatura superiore a 4°. Sarebbe peggio che ascoltare i Beatles senza tappi nelle orecchie”. Recitava l’impavido Connery, nei panni di 007, durante le riprese di Goldfinger. “Lo champagne scorre a fiumi durante tutto il corso dell’intera saga cinematografica, che è la più longeva della storia del Cinema – ci conferma l’avvocato Pietro Carlo Ferrario, tra i massimi esperti nazionali del fenomeno Bond – “E se il perfido Dr.No insiste nel proporre Dom Perignon annata ’55, Bond rimarrà fedele al ’53, pur dimostrando di non disdegnare quelle del ’52, del ’57, del ’59, che compaiono nelle avventure successive. Un’ingrediente insostituibile per l’iconico agente segreto preferito da Sua Maestà, sia che il contesto preveda di cenare con un’avvenente Bond Girl, o che ci sia in gioco un pericoloso testa a testa con il cattivo di turno, per scongiurare il destino già segnato del pianeta – conclude Ferrario”. La Storia, il Cinema e la letteratura ci ricordano quanto lo champagne, abbia rallegrato gli ultimi secoli, a partire dai sontuosi banchetti di Maria Antonietta d’Austria, regina di Francia e moglie di Luigi XVI, a Napoleone Bonaparte, che non se ne privava nemmeno durante le campagne militari. E se Winston Churchill prediligeva quello della maison Pol Roger, che alla sua morte gli dedicò una celebre cuvèe speciale, il cinema ha sempre avuto un particolare feeling con la bollicina delle bollicine, attraverso il fascino di Marilyn Monroe, che ne era grande estimatrice, Audrey Hepburn, Jeanne Moreau, Juliette Binoche, per non parlare degli scrittori Maupassant, Dumas, Balzac, Zola, Henry Miller, di cui diventava spesso e volentieri musa ispiratrice, fino ad Hemingway, che ne era un formidabile consumatore, tanto da rivelare in un intervista sul New Yorker del 1950, la sua frustrazione, quando i commensali lasciavano il tavolo senza aver terminato la bottiglia. Insomma è davvero impossibile resistere alla bollicina più famosa del mondo, sinonimo di ebrezza ed eleganza, tanto che il Club Excellence, che riunisce i più significativi importatori italiani, ha creato “Modena Champagne Experience”, un grande evento dove conoscere le più grandi maison francesi, in un fitto programma di master class, wine tasting e degustazioni, che si è tenuto a Modena il 7 e 8 ottobre scorsi. Grande il successo di pubblico per la seconda edizione, alla quale hanno partecipato 4.000 visitatori, 115 maison, 63 importatori, 500 etichette, e sono state stappate 15mila bottiglie per un totale di 81.980 assaggi. Modenese DOC il ristorante all’interno della manifestazione, a cura del Consorzio Modena a Tavola, che ha servito più di 1.200 persone.
di Luca Bonacini
Pubblicato su Qn Resto del Carlino – ottobre 2018