Montese (Mo), celebra la patata (e il Parmigiano di montagna), nella consueta grande sagra di settembre, giunta quest’anno alla quarantaduesima edizione. Il prelibato tubero, coltivato su terreno fertile, dolce e sabbioso, senza trattamenti chimici, nasce esclusivamente nel territorio del comune di Montese e parte del comune di Zocca, con un marchio di qualità, entrato ormai nel lessico quotidiano, incluso tra i prodotti tipici della Camera di Commercio, Tradizione & Sapori di Modena, con le varietà Spunta (a pasta gialla), Kennebec (a pasta bianca), e Desireé (a buccia rossa e pasta gialla). Un sostanzioso ortaggio che ha rappresentato per secoli la base dell’alimentazione contadina, per poi entrare nei ricettari nobiliari, come quello di Ferdinando Cavazzoni del 1867, credenziere presso Casa Molza, che comprende “i bignè di patate fritti, il bodino di patate, i niocchetti di patate e le patate trifolate, al tartufo”. Arrivata in Europa grazie ai conquistadores spagnoli, intorno alla metà del XVI secolo, la patata, originaria delle Ande, giungerà in Italia nella seconda metà del 1500, anche se utilizzata inizialmente come cibo per gli animali, essendo le prime varietà, poco produttive. Una conformazione deforme e irregolare, che agli occhi degli europei risultava stravagante, tanto da temere che potesse provocare la lebbra, e fu perfino associata alla stregoneria e al demonio. Ma nella metà del XVIII secolo, con l’incremento della popolazione europea, si rese necessaria l’adozione di coltivazioni, che fornissero cibo sostanzioso, con un rendimento maggiore rispetto ai cereali, e vennero fatti studi sulle proprietà nutritive della patata. Un cibo resistente, che cresceva nel sottosuolo, protetto dalla terra, che diventerà la principale fonte di sostentamento delle classi umili, grazie alle guerre e alle frequenti carestie, sfamando intere popolazioni, fino all’inizio dell’Ottocento, quando gli chef delle famiglie aristocratiche si accorsero di quanto la patata fosse prelibata e duttile in cucina. Denso il programma della Sagra di Montese, di domenica 10 settembre, dall’ esposizione delle varietà appena raccolte e messe in vendita; alla cottura del “Parmigiano in piazza” con il taglio di una forma di 10 anni; dall’offerta della squisita ricotta ancora calda di caldaia; all’esposizione di antichi trattori; fino al concorso per giovani chef, in collaborazione con la scuola alberghiera di Serramazzoni, che sottoporrà al giudizio di una giuria specializzata, e al pubblico, quattro proposte culinarie a base di patata e Parmigiano di montagna.
di Luca Bonacini
Pubblicato su QN – Resto del Carlino