La biblioteca di Campogalliano, è stata intitolata a Edmondo Berselli. Una bella notizia per i tanti amici e lettori dello scrittore, che chiedevano da tempo che gli fosse dedicata una via di Modena, come merita una figura del suo spessore che ha dato tanto alla città, raccontandola più e più volte nei suoi libri e nei suoi articoli sul Resto del Carlino e in seguito su Repubblica e sull’Espresso. La moglie Marzia, sua adorata compagna, complice e confronto quotidiano di una vita, interrotta troppo presto, ha inoltre deciso di donare alla biblioteca oltre 2000 volumi scelti dalla libreria di Berselli, un imponente giacimento letterario che ora sarà condiviso con quanti amano la lettura e seguivano il lavoro dello scrittore. Edmondo Berselli da lassù ne sarà felice. Duemila volumi saranno ora fruibili in un luogo a lui particolarmente caro, la biblioteca di Campogalliano, cittadina dove era nato nel 1951. Sono già passati sei anni, da quando è mancato, ed era bello incontrarlo per le vie di Modena quando si ricavava tempo per una passeggiata è un caffè alla caffetteria Giusti, al Cappuccino da Angiolina, al Caffè dell’Orologio, con i suoi amici Beppe Cottafavi, Mauro Tedeschini, oppure insieme a Marzia, che ora mantiene viva la sua memoria, coordinando l’associazione “Amici di Edmondo Berselli”, un centro studi che grazie alla dedizione di alcuni giovani volontari che ne amavano il pensiero e il modo superbo di scrivere, si impegna da alcuni anni nella ricerca, nel reperimento e nella divulgazione della considerevole mole di scritti di Berselli, giornalista, scrittore e vivace protagonista del mondo culturale italiano contemporaneo. Alla intitolazione erano presenti il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la sindaca di Campogalliano Paola Guerzoni, Gian Arturo Ferrari, vicepresidente di Mondadori Libri e presidente di Rizzoli Libri, e Ugo Berti Arnoaldi, dirigente della casa editrice il Mulino (con cui Berselli aveva collaborato come correttore di bozze nel ’76 fino a guidarne la direzione editoriale, e a dirigerne per sei anni la rivista), i quali hanno tracciato il ritratto dell’intellettuale eclettico, curioso, colto, autorevole, mancato nel 2010. Tra le sue opere si ricordano Il più mancino dei tiri del 1995, Quel gran pezzo dell’Emilia… del 2004, Venerati maestri… del 2006, Liù. Biografia morale di un cane del 2009. Ora c’è un luogo della cultura e della conoscenza dedicato a Eddy, dove andare a consultare libri avrà un sapore tutto particolare.
di Luca Bonacini
Pubblicato su QN Resto del Carlino – novembre 2016