COME DIFENDERSI DAL
FURTO D’UVA, NELL’ANTICA ROMA
FURTO D’UVA, NELL’ANTICA ROMA
Gli accorgimenti a cui ricorrevano gli antichi Romani
per difendere le uve e i vigneti.
per difendere le uve e i vigneti.
Il recente furto di 1500 viti, avvenuto di
notte nel ravennate mentre i titolari erano al Prowein di Dusseldorf, ha
riportato d’attualità un tema che era scottante anche al tempo degli antichi
Romani, il furto di viti e uva. I nostri ingegnosi progenitori si erano dotati
di un “guardiano delle vigne”, che proteggeva i loro possedimenti e le preziose
uve. Una vera e propria professione, regolamentata da regole precise contenute in
un papiro, della misura di 12 x 8 cm., ritrovato in Egitto, dove la viticoltura
era florida e costituiva uno dei proventi principali per le casse dell’Impero
romano. L’importante documento, ritrovato da un ricercatore americano, stipulava una
prestazione che tutelava i possidenti per tutto il periodo vegetativo, fino
alla vendemmia e al trasporto delle uve. Il frammento del millenario documento non
rivela la cifra che era attribuita per questo tipo di ingaggio, ma rappresenta
un unicum, che conferma una relazione lavorativa tra un viticoltore e un
professionista del genere, rivelando anche la diffusione dei furti di uva, che
finivano spesso in una collutazione, e che si tentava di arginare con la
costruzione di poderosi muri di argilla, e con la dotazione di nerboruti body
guard.
notte nel ravennate mentre i titolari erano al Prowein di Dusseldorf, ha
riportato d’attualità un tema che era scottante anche al tempo degli antichi
Romani, il furto di viti e uva. I nostri ingegnosi progenitori si erano dotati
di un “guardiano delle vigne”, che proteggeva i loro possedimenti e le preziose
uve. Una vera e propria professione, regolamentata da regole precise contenute in
un papiro, della misura di 12 x 8 cm., ritrovato in Egitto, dove la viticoltura
era florida e costituiva uno dei proventi principali per le casse dell’Impero
romano. L’importante documento, ritrovato da un ricercatore americano, stipulava una
prestazione che tutelava i possidenti per tutto il periodo vegetativo, fino
alla vendemmia e al trasporto delle uve. Il frammento del millenario documento non
rivela la cifra che era attribuita per questo tipo di ingaggio, ma rappresenta
un unicum, che conferma una relazione lavorativa tra un viticoltore e un
professionista del genere, rivelando anche la diffusione dei furti di uva, che
finivano spesso in una collutazione, e che si tentava di arginare con la
costruzione di poderosi muri di argilla, e con la dotazione di nerboruti body
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