NIENTE CENA IN TRATTORIA per il presidente
di Luca Bonacini
Una giornata romana, lunga e
densa di incontri, quella del presidente americano Barack Obama, in una
capitale blindata. Papa Francesco, è stato il primo a incontrare il presidente
degli Stati Uniti, poi è toccato al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e a seguire il faccia a faccia con il premier Matteo Renzi, a Villa
Madama. E a cena ? Si sono rimbalzate notizie tutto il pomeriggio su dove
avrebbe cenato il presidente Usa, visto che aveva espresso il desiderio di
mangiare tipico romano. Terminati gli appuntamenti, la solitaria visita al
Colosseo e gli incontri pomeridiani con il personale americano a Roma. Poi la
cena: voci non confermate assicuravano che la serata del Capo di Stato insieme
al suo staff, si sarebbe conclusa al ristorante “Pierluigi” in centro, in
piazza dè Ricci, a pochi passi da via Giulia e da Campo dè Fiori, dove martedì
25 ha cenato il segretario di Stato John Kerry, e risultava una prenotazione per 12
persone dell’Ambasciata Americana. Altre voci davano per certa una prenotazione
al “ristorante Roscioli”, in via dei Giubbonari (dove brilla la Carbonara); poi si è parlato di “Checchino dal 1887”, al Testaccio
(che eccelle per la Coda alla Vaccinara); e del “Ristorante Paris”, a Piazza S. Calisto (per gli imbattibili
carciofi alla giudìa); ma anche “Felice a Testaccio”, in Via Mastro Giorgio, era tra i papabili (per
gli indimenticabili Cacio e Pepe); poi qualcuno ha addirittura suggerito che il drappello
stava dirigendosi verso “Il Bolognese”, di Piazza del popolo (per l’opulenta
cucina emiliana), ma nessuno di questi rumors era fondato. Nulla di fatto dunque, i
ristoratori capitolini non avranno niente da raccontare ai nipoti, il
presidente Obama è arrivato intorno alle 21 a Villa Taverna, residenza
dell’ambasciatore Usa a Roma, John Phillips, dove è rimasto a cena. Tra gli
ospiti c’era John Elkann, presidente della Fiat, entrato da un ingresso
secondario.
densa di incontri, quella del presidente americano Barack Obama, in una
capitale blindata. Papa Francesco, è stato il primo a incontrare il presidente
degli Stati Uniti, poi è toccato al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e a seguire il faccia a faccia con il premier Matteo Renzi, a Villa
Madama. E a cena ? Si sono rimbalzate notizie tutto il pomeriggio su dove
avrebbe cenato il presidente Usa, visto che aveva espresso il desiderio di
mangiare tipico romano. Terminati gli appuntamenti, la solitaria visita al
Colosseo e gli incontri pomeridiani con il personale americano a Roma. Poi la
cena: voci non confermate assicuravano che la serata del Capo di Stato insieme
al suo staff, si sarebbe conclusa al ristorante “Pierluigi” in centro, in
piazza dè Ricci, a pochi passi da via Giulia e da Campo dè Fiori, dove martedì
25 ha cenato il segretario di Stato John Kerry, e risultava una prenotazione per 12
persone dell’Ambasciata Americana. Altre voci davano per certa una prenotazione
al “ristorante Roscioli”, in via dei Giubbonari (dove brilla la Carbonara); poi si è parlato di “Checchino dal 1887”, al Testaccio
(che eccelle per la Coda alla Vaccinara); e del “Ristorante Paris”, a Piazza S. Calisto (per gli imbattibili
carciofi alla giudìa); ma anche “Felice a Testaccio”, in Via Mastro Giorgio, era tra i papabili (per
gli indimenticabili Cacio e Pepe); poi qualcuno ha addirittura suggerito che il drappello
stava dirigendosi verso “Il Bolognese”, di Piazza del popolo (per l’opulenta
cucina emiliana), ma nessuno di questi rumors era fondato. Nulla di fatto dunque, i
ristoratori capitolini non avranno niente da raccontare ai nipoti, il
presidente Obama è arrivato intorno alle 21 a Villa Taverna, residenza
dell’ambasciatore Usa a Roma, John Phillips, dove è rimasto a cena. Tra gli
ospiti c’era John Elkann, presidente della Fiat, entrato da un ingresso
secondario.