LE OSTERIE DELLA GHIAIA: TRATTORIA LA TETTOIA

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Il sicuro riparo della Trattoria
LA TETTOIA
Esisteva fino a non moltissimi anni fa, il circuito delle osterie della “ghiaia”, che davano ristoro a chi svolgeva occupazioni faticose, come quella del “birocciaio”, vere oasi del sapore dove il lambrusco era il piatto forte.

di Luca Bonacini


Le
trattorie di un tempo svolgevano una funzione sociale, erano rifugio e
consolazione per quanti passavano di là. Costellando il tragitto dei birocciai
che facevano la spola carichi di ghiaia o di sabbia, tra il Secchia, il Panaro
e la città, erano oasi di conforto, dove mangiare un boccone, e togliersi la
sete endemica che quella professione procurava. La prima sede della Tettoia si
trovava sulla via Canaletto Nord, accanto alla Cantina Vezzelli, che produce di
uno dei nostri migliori lambruschi, in un edificio che ancora oggi conserva l’originale
pensilina di allora, e le anelle in ferro battuto, per legare i cavalli. Nei
primi anni ’20, elargiva cibo semplice e Lambrusco, e durante il secondo
conflitto servì anche da riparo provvisorio per gli sfollati da Modena. Nel
1950 licenza e gestione vennero trasferite poco distante, dove fino agli anni
‘40 aveva sede la scuola di San Matteo, venne mantenuta l’insegna, e nel 1961
con l’arrivo dei fratelli Girolamo e Renato Palmieri, si cominciarono a
cucinare i piatti succulenti della tradizione modenese, e la Tettoia si affermò
presto per la qualità del cibo. Nel tardo pomeriggio c’era il rito quotidiano
del gnocco fritto, uno spuntino a cui nessuno degli accaniti giocatori di carte
e di bocce si sottraeva, arrivava qualche appassionato del bel canto, qualche
volta Fernando Pavarotti intonava un’aria, e il locale si animava. Le rezdore
della zona avevano un ruolo fondamentale nella preparazione dei tortellini
della Tettoia, e di frequente venivano coinvolte, poi c’erano i maccheroni al
pettine con coniglio, con il pollo, la cacciatora, e d’estate si mangiava sotto
i pioppi nel bersò. Sparsa la voce, fu una continua ascesa per il locale che
cominciò ad essere frequentato dal mondo del calcio, con Cinesinho, Toro,
Merighi, con la dirigenza del Modena F.C. e i più importanti arbitri, tra cui Agnolin,
che dopo ogni partita giocata al Braglia non perdeva occasione di rifocillarsi
alla Tettoia
. L’intenso traffico della statale si mantenne elevato anche dopo
la costruzione dell’autostrada del Brennero, e ogni tanto capitava qualche
incidente. Tutti fuori a vedere cosa era successo, poi soddisfatta la curiosità
i clienti tornavano a sedersi, ma non tutti, mancava sempre all’appello qualcuno
che nella confusione si era defilato. Pochi riuscirono a resistere a quei
seducenti manicaretti, a quei tavolini si videro i campioni del mondo di
ciclismo Baldini e Moser; il pugile Tiberio Mitri; e nel ’73 anche Claudia
Cardinale
durante le riprese di un film di Bolognini. La storica trattoria
avrebbe cessato l’attività nel 1996, ma di li a poco la morfologia della zona
avrebbe cambiato volto con l’impattante intervento dell’alta velocità, che era
previsto transitasse proprio sopra all’edificio che ospitava la trattoria, e
che dunque nel 2005 venne demolito per consentire la costruzione del grosso
pilone di cemento.
Pubblicato su QN Resto del Carlino nel 2012

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