DOVE NASCE LA GRAPPA, PUO’ NASCERE UN GRANDE BRANDY

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Nel regno della
grappa, nasce un grande Brandy.

di Luca Bonacini

Chi
l’ha detto che i pregiati distillati di vino, come il Cognac e l’Armagnac
possono nascere solo ed esclusivamente oltr’alpe. In un territorio, come quello del
Trentino, cosi vocato alla distillazione di potenti e profumate grappe, accade che Bruno
Pilzer appassionato produttore, creda a tal punto in un sogno, da iniziare a dedicarsi, dopo un periodo di studio, sperimentazione e confronto, alla distillazione del vino, una
pratica non comune da queste parti, dove la grappa regna incontrastata. Il prodotto che si ottiene, è dal punto di vista organolettico, di grande interesse, a questo punto non resta che lasciarlo in botte ad affinare, e dopo aver atteso nove anni, finalmente assaggiarlo. L’esito non era scontato, mille variabili possono essere
responsabili del prodotto finito, tutto poteva accadere in quella barrique, ma
ne viene fuori un brandy dalla morbidezza avvolgente e dall’eccezionale
finezz
a, l’attesa ha premiato il mastro distillatore. Dietro a una bottiglia a volte, si nascondono storie
affascinanti, come quella del giovane Bruno Pilzer, che nel lontano 1987, giunge
in Francia nelle zone di Cognac e Armagnac, consigliato dall’ illustre
professore di Viticoltura e  di Enologia,
Attilio Scienza, per imparare dai francesi la distillazione del vino e i
segreti dell’invecchiamento del distillato, un’esperienza concentrata in 12
giorni di teoria e assaggi incalzanti ininterrotti. Il ritorno a casa è fatto
di entusiasmo ed energia pura, che porta negli anni successivi a spostare la
vecchia distilleria Pilzer, dal centro del paese, in località Portegnago, in
dialetto locale “Portegnac”, una sede più moderna e confortevole dove poter
dare vita a un desiderio concepito in Armagnac, un grande distillato di vino
invecchiato a Portegnac, nel bel mezzo delle Alpi italiane. 

Entrano nella
distilleria di famiglia anche i figli Bruno e Ivano, si selezionano i grappoli
di Lagarino, uva bianca particolarmente acida, optando per una fermentazione
molto delicata e molto lunga. Si procede con la distillazione, in alambicco
discontinuo a bagnomaria, secondo le regole auree dei grandi distillati da
meditazione, avvalendosi di contributi importanti, come quello di Guido Fini di
Villa Zarri, che ha incoraggiato i due fratelli nell’impresa. Nel 2004 si
inizia finalmente l’invecchiamento, curato da Ivano, e con la collaborazione
del Dottor Mattivi, autorevole ricercatore dell’ Istituto Agrario di San
Michele all’Adige
(diventato poi uno dei migliori esperti nell’ uso del legno).
Il tempo ha fatto il resto. Nell’ottobre 2013 la botte numero 10, contenente
metà della quantità iniziale di distillato, è stata svuotata, con tanto di
certificazione dell’ Agenzia delle Dogane di Trento. L’ultima soddisfazione di
Papà Pilzer, che dopo aver tanto accarezzato quel sogno è riuscito ad
assaggiare l’ambrata acquavite, prima di andarsene. Ora ci sono Bruno e Ivano a
portare in Italia e nel mondo il nome e l’altissima qualità di Portegnac 9 – il
Brandy così ribattezzato dal toponimo dialettale e dal numero di anni del suo
invecchiamento. L’avverarsi
di un sogno lontano. 
PILZER DISTILLERIA

Via
Portegnago, 5,
38030
Faver – Trento
Tel.
0461 683326
www.pilzer.it                                                                                                            

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