LA CUCINA DELLE
OSTERIE SLOW
nuova pubblicazione di Slow Food sulle Osterie d’Italia, giunge in libreria in
questi giorni
1986 l’associazione gastronomica ArciGola, tre anni dopo il piccolo grande uomo
di Brà, dava vita a Parigi a Slow Food, un movimento internazionale per
tutelare i buoni alimenti della terra in via di estinzione, un affiatato gruppo
di individui fortemente motivati a “resistere” al fast food, allora già
diffusissimo. Cosa ne sarebbe stato di noi e della gastronomia nazionale se
Petrini e Co. non avessero provveduto con le unghie e con i denti a difendere
il prelibato “Lardo di Colonnata”, o la deliziosa “Cuiga del Banale”, o il “Vino
di Visciole” marchigiano, o lo “Zafferano di Gavino”, oppure certi mieli
naturali. Una mission impossible
condotta strenuamente senza mai abbandonare Brà, una scommessa culturale, dove era
ed è in gioco la sopravvivenza di molti tra i cibi più antichi del nostro
pianeta.
Tanto lavoro fatto in questi anni, pubblicazioni, guide, siti web, una
miriade di iniziative, degustazioni, fiere, convegni, e dibattiti, oltre a una
rete ben collaudata di paladini delle materie prime e del gusto, che cercano
anche di tutelare le osterie simbolo della tradizione. Ma una nuova iniziativa
editoriale è alle porte, e come sempre, quando c’è il logo Slow Food in
copertina, c’è da esser certi del successo della pubblicazione, che arriva ancora
una volta a raccontarci qualcosa di nuovo nel panorama librario italiano.
Questa volta si parla della cucina delle osterie d’Italia, come ci confermano
gli autori Marco Bolasco e Nicola Ferrero: “il
racconto con parole e, per la prima volta, immagini delle storie che ci sono
dietro a ogni piatto. Un giro per l’Italia che cerca di rievocare quella
atmosfera che rende il locali selezionati da Slow Food speciali”.