I PICCOLI RECOLTANT DI PREMIER IN DEGUSTAZIONE A CASTELLO

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Cenare al castello,
con gli champagne dei piccoli rècoltant di Premiere
Un viaggio ricco di sapore e di storia al ristorante Calcagnino
di Formigine, tra champagne e creatività (Mo)


di Luca Bonacini

Varcando
il ponte levatoio del castello di Formigine, sembra proprio di intraprendere un
viaggio nel tempo, e ti aspetti di vedere quegli spazi antichi, rianimarsi, la
vita laboriosa della florida corte dei nobili signori Calcagnino, le arti, i
mestieri, gli armigeri, di un tempo lontano. Un castello, quello di Formigine, più
volte rimaneggiato, e durante il secondo conflitto oggetto di un pesante
bombardamento, che costò, il quasi totale annientamento della nobile famiglia, ma
che è rimasto molto simile a come doveva essere un tempo, con il fossato, il
ponte levatoio, le mura, le torri merlate. Un maniero con tanta storia che oggi,
ritorna a brillare grazie al ristorante Calcagnino di Claudio e Barbara, un’ oasi
di professionalità e creatività che offre un ottima e accurata cucina, una
cantina importante e l’opportunità di trascorrervi momenti veramente
coinvolgenti. 

Passare una serata nelle sale storiche di un castello del XII secolo,
non capita tutti i giorni, e può essere un esperienza molto intrigante, soprattutto
se riesce l’alchimia del connubio fra ottima cucina, e grandi champagne, come è
accaduto ieri sera, grazie all’organizzazione di Mario e Alessandro Federzoni di
Premiere, un importatore di prestigio, che ha proposto piccole e interessanti maison
di champagne récoltant-manipulant, biodinamici. Un luogo di grande fascino, gremito
da un folto gruppo di gourmet, allietati dalle appetitose portate, e dalle
parole autorevoli di Mario Federzoni sommelier e connosseur dei grandi vini del
mondo, che in un escursus storico ad ampio respiro, ha raccontato come è nato
lo champagne, l’intuizione degli Antichi Romani, l’influenza degli ordini
monastici, la genialità dell’Abate Perignon, l’affascinante mondo e i molti pregi
del principe dei vini, catturando l’attenzione degli ospiti, e guidandoli in
una straordinaria degustazione. 

’intrigante menù predisposto insieme ai patron
Claudio e Barbara, e al giovane chef Matteo, allievo di Gianni D’Amato del
Rigoletto, prevedeva un Pan brioche con mortadella al vapore, fonduta di tosone
e gocce di Balsamico, abbinata allo champagne Shereiber – Courteron – “Grande
reserve extra brut” biodinamic (demeter) 10 % chardonnay – 90 % Pinot noir; un Risotto
“Acquerello” con triglie dorate e chips di bacon con un Legras – Chouilly –
“brut blanc de blancs – grand cru – 2002” 100% chardonnay; un Filetto di
vitello con fichi saltati accostato a un Vesselle – Brouzy- “brut rosè – grand
cru” 100% Pinot noir; un Parmigiano Reggiano 30 mesi con mostarda di mele e
vaniglia, abbinato a uno champagne “dolce” di grande interesse, lo Shereiber –
Courteron – “Cuveè doux 1995” biodinamic (demeter) 20 % chardonnay – 80 % Pinot
noir; e per finire, una Millefoglie con chantilly e frutti di bosco freschi, insieme
a un Lagille & Fils -Treslon “Brut carte blanche”, 100% Pinot meunier. E giunti
al termine dell’affascinante serata, mentre si tornava alle auto, ci è quasi sembrato
di scorgere nella nebbia ovattata, cavalieri medievali fare il loro ingresso
nell’antica fortezza, intenti a riappropriarsi di quell’antica dimora. 

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