SPRECHIAMO UN TERZO DEL CIBO DEL PIANETA

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Allarme Fao, un
terzo del cibo finisce nella spazzatura 
L’ultimo
rapporto dell’organizzazione Onu, il Food Wastage Footprint, fotografa uno
squilibrio che sta uccidendo il pianeta: 570 miliardi di euro il valore degli
alimenti sprecati per un totale di 1,6 miliardi di tonnellate. Innescando un
circolo vizioso per terra, acqua, aria e clima.
di Simone Cosimi*
Dal
campo alla tavola perdiamo una montagna
di denaro
. Per l’esattezza, 750 miliardi di dollari, quasi 570 miliardi di
euro. A tanto ammonta il valore delle risorse alimentari che il mondo spreca
ogni anno. Quello quantitativo è se possibile ancora più spaventoso: 1,3
miliardi di tonnellate. A rivelarlo uno degli ultimi studi Fao, il Food Wastage
Footprint, presentato a Roma dal direttore generale dell’organizzazione
dell’Onu per l’alimentazione, José Graziano de Silva. E il dato più eclatante,
e paradossale, è che la domanda sta aumentando: la produzione, nonostante questi sprechi assurdi, dovrà salire del 60
per cento entro il 2050 per (cercare di) dare da mangiare a tutti
. «Non
possiamo permettere – ha detto De Silva – che un terzo di tutto il cibo che produciamo
finisca nei rifiuti o vada perso a causa di pratiche inadeguate, quando 870
milioni di persone soffrono la fame ogni giorno».
Nel
dettaglio, si tratta di 1,6 miliardi di tonnellate di “prodotti primari”. Il
cibo commestibile, quindi lavorato, trasformato e perso in corso d’opera fra
trasporto e consumo, si piazza invece intorno alla soglia di 1,3 miliardi di
tonnellate. Con tutte le conseguenze
legate ai mutamenti climatici
, in particolare riguardo l’agricoltura
intensiva e lo sfruttamento senza sosta delle terre. Leggendo i dati del
documento si scopre infatti che nel 2007 sono stati utilizzati 1,4 milioni di
ettari – il 28 per cento del suolo agricolo mondiale – per produrre alimenti
finiti poi nella spazzatura. Finiscono
in fumo 9,7 milioni gli ettari di bosco
, buona parte buttati giù per
coltivare prodotti che finiranno sprecate.
Non
basta: le risorse che finiscono perse ci costano tanto, davvero troppo, anche
in termini d’incidenza sulle altre risorse. Si parla di 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Tanto per fare un
rapporto, più del doppio delle emissioni di CO2 legate al trasporto stradale
statunitense. Idem per l’acqua: per i prodotti non consumati se ne perdono 250
chilometri cubi all’anno, più o meno l’acqua del lago di Ginevra o quella che
ogni anno si riversa nel fiume Volga. Perfino l’ecosistema marino ne risente
pesantemente, visto che il 70 per cento degli esemplari raccolti tramite pesca
a strascico viene poi ributtato in mare, spesso morto o ferito. Ma cosa sprechiamo di più? Il triste
primato va alle verdure (23 per cento), seguite da carne (21 per cento, ma il
costo di questo tassello è uno dei più elevati), frutta (19) e cereali (18).

Mentre le regioni del pianeta in cui si butta di più sono Asia industrializzata
e Sud Est asiatico, che gettano rispettivamente il 28 e il 22 per cento del
cibo prodotto. L’Europa segue alla terza
piazza col 15 per cento
. Mentre, a sorpresa, fra le aree più attente ci
sono America del Nord e Oceania. L’Italia, una volta tanto, sembra viaggiare un
po’ in controtendenza. Almeno secondo Coldiretti: è vero che ogni anno buttiamo
via 5 tonnellate di cibo, però negli ultimi cinque c’è stata una riduzione del
25 per cento. È già qualcosa (di sprecato) in meno.
*Scritto da Simone Cosimi
Romano e romanista, trent’anni, ha
iniziato a parlare prima del tempo e poco dopo a scrivere. Si occupa da sempre
di cultura, lifestyle, arte, tecnologia e ambiente. Ama la Storia ma
soprattutto le storie, quelle da raccontare per capire il mondo e le persone.
Lo trovi anche su Wired, Repubblica.it e Inside Art.

Crediti | Link : Vanity Fair

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