RIVOLUZIONARIA TEORIA SULLE CALORIE

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Tutto ciò che
sappiamo sulle calorie è sbagliato
Scaffale
del supermercato: indecisione. Cosa compro? La nostra mano afferra
frettolosamente il prodotto e piano piano ruota… Sino a quando non riusciamo a
leggere la tabellina in fondo alla confezione, ovvero i numeri che ci diranno
quante calorie andremo a ingurgitare. Maledetti!

I numeri non mentono: quello che c’è
scritto va preso per vero. In realtà, il
calcolo delle calorie si basa su un sistema sviluppato nel 1800
, che non
tiene conto delle variabili individuali come il tipo di cibo, se è cotto o
crudo, o come è stato conservato. Lo hanno scritto nel numero di settembre,
interamente dedicato al cibo, quel gran pezzo di scienziati di Scientific
American (l’edizione italiana si chiama “Le scienze”). Non è un espediente per
vendere più copie. La teoria del mensile americano è molto ben spiegata: il
calcolo delle kilocalorie è obsoleto e superato. Il povero chimico Wilbur Olin Atwater, quando mise a punto questo
metodo fece del suo meglio, ma parliamo del 1800
. In nome del progresso,
evolviamoci! Partiamo dal principio, come fossimo a una lezione di scienze alle
scuole elementari: parole semplici, assimilazione dei concetti immediata. Con
me ha funzionato, proverò a farlo con voi. Cibo uguale energia. Energia
calcolata in kilocalorie. Pronto? Ci siamo? Okay, proseguiamo. Grassi uguale più calorie. Carboidrati,
proteine, fibre, uguale meno calorie
. Ma non possiamo definirne il numero
esatto. Entrano in gioco diversi fattori: il tipo di alimento, il fatto che,
mentre gli animali mangiano ciò che gli capita a tiro, senza modificarne le
molecole (leggi, cucinare), noi abbiamo scoperto il fuoco (tiè) e ne abbiamo
approfittato per gustare nel migliore dei modi il cibo. Questo, non serve
spiegarlo, cambia la struttura dell’alimento. E di conseguenza la quantità di
calorie che contiene.
Ora, come
diavolo fanno, quelli che vendono il prodotto, a sapere come lo cucinerò
?”
La minuscola tabella nel retro-confezione non dice granché. Approssima, fa
medie, stima, ma confonde e basta. Superflua forse un’ulteriore considerazione:
ogni uomo ha un corpo a sé. Questo
significa stomaco e intestino diversi e digestione diversa
. Hey, per
spiegarlo c’è anche un video: Ma una cosa che pochi di noi sanno, forse, è
questa: anche i batteri in noi felicemente e comodamente sistemati
contribuiscono alla causa. Il discorso è complicato e meriterebbe di essere
spiegato a parte. Ci basti sapere che i
batteri possono intervenire durante il processo digestivo e “rubare” calorie
per la loro propria sopravvivenza.
Interessante e, oserei dire, consolante.
Essù, d’ora in avanti non ci si preoccupa più delle calorie: l’epoca del
controllo compulsivo delle etichette è finita! Andate in pace. Almeno fino a
quando qualcuno non demolisce la teoria di Scientific American. Fatelo più
tardi possibile, vi prego.

Crediti | Link e immagine: 
Dissapore
– Scientific American

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