I LOVE CHICKEN : POLLO tu M’HAI PROVOCATO e me te MAGNO

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Pollo mon amour
Mangiamo
sempre più pollame, ma questo aumento dei consumi non è sostenibile
di Mara Campo
m.campo@slowfood.it


La
carne di maiale è la preferita al mondo.
Ancora per poco, però. L’avanzata del consumo di pollo sembra essere
inarrestabile: cresce del 2,5% l’anno, contro l’1,5% della carne suine. Le
previsioni vedono il pollame raggiungere
il primo posto entro il 2020
. Secondo i dati della Rabobank, banca
olandese, questo cambio di preferenze in campo alimentare porterà la produzione
a 128 milioni di tonnellate l’anno.
Molto
si deve ai mercati emergenti, in cui il consumo di carne sta aumentando
notevolmente. La predilezione per il pollo è
dovuta in parte al costo di produzione inferiore
rispetto a quello di altri
animali e in parte al fatto che nessuna religione impone tabù alimentari che
coinvolgano il pollame.
Mentre
i consumatori occidentali propendono maggiormente per una carne chiara, in
particolare quella del petto, gli
asiatici preferiscono la carne scura
, soprattutto della coscia. I prezzi si
adeguano ai gusti: in Occidente le fette
di petto di pollo costano quattro volte in più della carne più scura
degli
altri tagli, mentre in Cina hanno più o meno lo stesso prezzo.
La
crescita della domanda in Oriente porterà a una diminuzione dei prezzi su scala
mondiale. Questo processo, tuttavia, non sarà privo di conseguenze. Per far
fronte a un aumento di vendite, la produzione intensiva rischia di crescere a
vista d’occhio. Le parole d’ordine di
questo tipo di allevamento sono velocità e quantità
. La vita media di un
pollo che acquistiamo nei supermercati va dai 35 ai 60 giorni. Le condizioni in
cui vengono allevati sono spesso ai limiti della decenza: sono rinchiusi in gabbie dalle dimensioni più
piccole di un foglio A4.
L’allevamento
industrializzato mette a rischio il benessere animale e l’ambiente. In Europa
consumiamo a testa 40,9 kg di carne suina e 23,5 kg di pollame l’anno. La
dominazione del mercato da parte di queste specie favorisce il potenziamento
degli allevamenti intensivi. Per
contribuire ad alleggerire la pressione sul settore produttivo, possiamo
variare l’acquisto di carni di animali e razze e integrare nella nostra dieta
alimenti vegetali
che sostituiscano la carne, come legumi e semi oleosi.
Per altri suggerimenti vi invitiamo a scaricare le guide al consumo consapevole
di Slow Food qui.

Crediti | Link : Slow Food

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