Harley Davidson e
Lambrusco
Lambrusco
La cantina Casolari di Ravarino ha ospitato l’Harley più grande del mondo, e brindato a lambrusco “Scintilla d’Amore”
di Luca Bonacini
Il
vento nei capelli, quel rombo inconfondibile e la sensazione di libertà sembra
che siano emozioni impagabili, per chi guida Harley Davidson, e sono tanti. Un marchio storico che vuol dire
America, festeggiato in un anno ricco di
iniziative per gli appassionati delle due
ruote più famose, che quest’anno si sono tolti tutte le voglie, con il
grande raduno nazionale a Roma e addirittura l’incontro con Papa Francesco, a
cui sono seguiti tanti piccoli eventi organizzati dai Club in tutto il mondo.
Uno in particolare ha avuto una notevole eco, in quanto era presente la motocicletta Harley Davidson più grande
del mondo. Teatro dell’evento la
Cantina Casolari a Ravarino (Mo) nella Bassa modenese, una cantina storica per
la produzione del Lambrusco, condotta fin dal 1600 dalla famiglia Casolari. Uve
Salamino, Sorbara, Lancellotta, prodotte con tutta la cura di un azienda
artigianale che mette amore, capacità, esperienza, nella propria attività per ottenere
Lambrusco di qualità. Anni di
soddisfazioni partecipando a concorsi enologici nazionali, e una forte presenza
all’estero, con gli Stati Uniti, il Giappone, i paesi Scandinavi, il Brasile,
avvallata dal maestro Pavarotti,
amico di vecchia data ed estimatore della cuveè “Scintilla d’amore”, che testò personalmente. Neanche il terremoto
ha piegato questa solida famiglia della Bassa, che ha dovuto fare i conti con
un edificio dell’azienda crollato durante il sisma del 2012, ma i muratori che
lavorano a pieno ritmo sono il segno che la reazione è stata pronta, che il
lavoro è quasi terminato.
vento nei capelli, quel rombo inconfondibile e la sensazione di libertà sembra
che siano emozioni impagabili, per chi guida Harley Davidson, e sono tanti. Un marchio storico che vuol dire
America, festeggiato in un anno ricco di
iniziative per gli appassionati delle due
ruote più famose, che quest’anno si sono tolti tutte le voglie, con il
grande raduno nazionale a Roma e addirittura l’incontro con Papa Francesco, a
cui sono seguiti tanti piccoli eventi organizzati dai Club in tutto il mondo.
Uno in particolare ha avuto una notevole eco, in quanto era presente la motocicletta Harley Davidson più grande
del mondo. Teatro dell’evento la
Cantina Casolari a Ravarino (Mo) nella Bassa modenese, una cantina storica per
la produzione del Lambrusco, condotta fin dal 1600 dalla famiglia Casolari. Uve
Salamino, Sorbara, Lancellotta, prodotte con tutta la cura di un azienda
artigianale che mette amore, capacità, esperienza, nella propria attività per ottenere
Lambrusco di qualità. Anni di
soddisfazioni partecipando a concorsi enologici nazionali, e una forte presenza
all’estero, con gli Stati Uniti, il Giappone, i paesi Scandinavi, il Brasile,
avvallata dal maestro Pavarotti,
amico di vecchia data ed estimatore della cuveè “Scintilla d’amore”, che testò personalmente. Neanche il terremoto
ha piegato questa solida famiglia della Bassa, che ha dovuto fare i conti con
un edificio dell’azienda crollato durante il sisma del 2012, ma i muratori che
lavorano a pieno ritmo sono il segno che la reazione è stata pronta, che il
lavoro è quasi terminato.
Dalle difficoltà nascono spesso le migliori idee,
come è stato pochi mesi fa, quando sono stati lanciati i cioccolatini al Lambrusco, presentati al Vinitaly, patria dei
palati più snob, che hanno dovuto arrendersi alla piacevolezza del conubbio
Lambrusco / cioccolato amaro, un’abbinamento difficilissimo. Un luogo che non è
esattamente sulle direttrici più importanti, e va un po’ cercato, ma quando
arrivi è come un oasi, fra campi coltivati, casolari, argini, e filari di vite
a perdita d’occhio, dove con una certa regolarità la famiglia Casolari
organizza eventi per promuovere la
cultura del Lambrusco, occasioni conviviali che ti fanno toccare con mano la
qualità del loro lavoro, fatto di sveglie all’alba, e di giornate intense
per occuparsi attentamente della raccolta delle uve, della produzione, delle
relazioni esterne, dei rapporti con i fornitori e i clienti, ma che terminano
sempre e comunque con l’assaggio dell’amato Lambrusco, magari spillato come è loro
consuetudine direttamente dal tino. Eventi
irripetibili come quello di avere in cortile l’Harley più grande del mondo
(arrivata con un bilico), parcheggiata davanti alla cantina, e circondata da un
numero imprecisato di motociclisti in sella a sfolgoranti moto americane, un
idea davvero straordinaria documentata da un ricco book fotografico, ma è solo
l’ultima di una lunga serie di manifestazioni che ha attratto visitatori da
ogni dove, sedotti da quelle spumeggianti bollicine che vantano ormai milioni
di estimatori, e che piacquero anche a Gianni
Morandi l’ugola di Monghidoro.
come è stato pochi mesi fa, quando sono stati lanciati i cioccolatini al Lambrusco, presentati al Vinitaly, patria dei
palati più snob, che hanno dovuto arrendersi alla piacevolezza del conubbio
Lambrusco / cioccolato amaro, un’abbinamento difficilissimo. Un luogo che non è
esattamente sulle direttrici più importanti, e va un po’ cercato, ma quando
arrivi è come un oasi, fra campi coltivati, casolari, argini, e filari di vite
a perdita d’occhio, dove con una certa regolarità la famiglia Casolari
organizza eventi per promuovere la
cultura del Lambrusco, occasioni conviviali che ti fanno toccare con mano la
qualità del loro lavoro, fatto di sveglie all’alba, e di giornate intense
per occuparsi attentamente della raccolta delle uve, della produzione, delle
relazioni esterne, dei rapporti con i fornitori e i clienti, ma che terminano
sempre e comunque con l’assaggio dell’amato Lambrusco, magari spillato come è loro
consuetudine direttamente dal tino. Eventi
irripetibili come quello di avere in cortile l’Harley più grande del mondo
(arrivata con un bilico), parcheggiata davanti alla cantina, e circondata da un
numero imprecisato di motociclisti in sella a sfolgoranti moto americane, un
idea davvero straordinaria documentata da un ricco book fotografico, ma è solo
l’ultima di una lunga serie di manifestazioni che ha attratto visitatori da
ogni dove, sedotti da quelle spumeggianti bollicine che vantano ormai milioni
di estimatori, e che piacquero anche a Gianni
Morandi l’ugola di Monghidoro.