Vigneto Italia,
parte la vendemmia, un business da nove miliardi …
parte la vendemmia, un business da nove miliardi …
Prevista
una lieve crescita di produzione. E si punta sull’export…
una lieve crescita di produzione. E si punta sull’export…
di Lorenzo Frassoldati
Si
comincia come da copione, con i bianchi. Al
Sud sono già partiti con gli chardonnay e altri autoctoni in Sicilia. Al
Nord ieri si cominciano a tagliare le uve base per le bollicine metodo classico
tra Oltrepo pavese e Franciacorta:
chardonnay oltre a pinot nero e bianco. Qualche giorno di ritardo per l’altro
“terroir” d’eccellenza della spumantistica nazionale, Trento. Dopo i bianchi, a
settembre-ottobre sarà la volta dei grandi rossi campioni dell’enologia
nazionale come Sangiovese,
Montepulciano, Nebbiolo, Corvina, Aglianico. Ieri con il distacco del primo
grappolo d’uva al Castello di Cigognola (Pavia) la Coldiretti ha fatto le carte
alla vendemmia 2013: stime
preliminari, perché l’andamento atmosferico da adesso in poi sarà il fattore
decisivo nell’influenzare sia quantità che qualità dell’annata. Comunque oggi
si può dire che climaticamente siamo tornati alla normalità, con una estate che
è stata calda, ma non torrida, senza problemi di siccità e con escursioni
termiche che hanno favorito una buona maturazione delle uve. Con queste
premesse le stime di Coldiretti parlano di una
produzione di vino prevista attorno ai 42 milioni di ettolitri, + 3% rispetto
allo scorso anno, quando però avevamo toccato il record negativo di
produzione. Quindi resteremo su livelli di bassa produzione che l’anno scorso
hanno favorito un rialzo dei prezzi delle uve, l’azzeramento delle giacenze. In
Franciacorta si è partiti col taglio del
Pinot nero alla Guido Berlucchi: un gigante delle bollicine con 600 ettari
di vigna di cui 85 di proprietà. Mille addetti al lavoro per una vendemmia old
style, dice l’agronomo Diego Cortinovis, “la data d’inizio cade infatti in
netto ritardo rispetto alla media dell’ultimo decennio”. Guido Ziliani,
consigliere delegato Berlucchi, prevede quantità vendemmiate ai livelli 2012
“quindi del 10% inferiori rispetto alla media dell’ultimo decennio”.
comincia come da copione, con i bianchi. Al
Sud sono già partiti con gli chardonnay e altri autoctoni in Sicilia. Al
Nord ieri si cominciano a tagliare le uve base per le bollicine metodo classico
tra Oltrepo pavese e Franciacorta:
chardonnay oltre a pinot nero e bianco. Qualche giorno di ritardo per l’altro
“terroir” d’eccellenza della spumantistica nazionale, Trento. Dopo i bianchi, a
settembre-ottobre sarà la volta dei grandi rossi campioni dell’enologia
nazionale come Sangiovese,
Montepulciano, Nebbiolo, Corvina, Aglianico. Ieri con il distacco del primo
grappolo d’uva al Castello di Cigognola (Pavia) la Coldiretti ha fatto le carte
alla vendemmia 2013: stime
preliminari, perché l’andamento atmosferico da adesso in poi sarà il fattore
decisivo nell’influenzare sia quantità che qualità dell’annata. Comunque oggi
si può dire che climaticamente siamo tornati alla normalità, con una estate che
è stata calda, ma non torrida, senza problemi di siccità e con escursioni
termiche che hanno favorito una buona maturazione delle uve. Con queste
premesse le stime di Coldiretti parlano di una
produzione di vino prevista attorno ai 42 milioni di ettolitri, + 3% rispetto
allo scorso anno, quando però avevamo toccato il record negativo di
produzione. Quindi resteremo su livelli di bassa produzione che l’anno scorso
hanno favorito un rialzo dei prezzi delle uve, l’azzeramento delle giacenze. In
Franciacorta si è partiti col taglio del
Pinot nero alla Guido Berlucchi: un gigante delle bollicine con 600 ettari
di vigna di cui 85 di proprietà. Mille addetti al lavoro per una vendemmia old
style, dice l’agronomo Diego Cortinovis, “la data d’inizio cade infatti in
netto ritardo rispetto alla media dell’ultimo decennio”. Guido Ziliani,
consigliere delegato Berlucchi, prevede quantità vendemmiate ai livelli 2012
“quindi del 10% inferiori rispetto alla media dell’ultimo decennio”.
Sulle
colline di Montalcino invece si attende
ancora, la vendemmia non comincerà prima del 15-20 settembre. “Siamo
indietro di almeno 10 giorni abbondanti”, annuncia il presidente Fabrizio
Bindocci, che non nasconde il suo ottimismo su un’annata che “promette bene”.
Il Brunello corre sempre sui mercati esteri: 7 bottiglie su dieci vanno in Germania, Usa, Svizzera, Gran Bretagna,
Europa dell’Est. Velo pietoso sull’Italia: “Il problema è incassare – dice
Bindocci – l’attesa media è arrivata a 187 giorni, oltre sei mesi. E poi ci
sono gli insoluti: in Italia abbiamo dovuto cancellare mille clienti”. Con
l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 9 miliardi di fatturato solo dalla
vendita del vino e che dà occupazione a 1,2 milioni di persone: coinvolte,
secondo i calcoli di Coldiretti, 250.000 aziende agricole (tra vinificatori in
proprio o conferitori di sole uve) su un vigneto Italia esteso per 650.000
ettari.
colline di Montalcino invece si attende
ancora, la vendemmia non comincerà prima del 15-20 settembre. “Siamo
indietro di almeno 10 giorni abbondanti”, annuncia il presidente Fabrizio
Bindocci, che non nasconde il suo ottimismo su un’annata che “promette bene”.
Il Brunello corre sempre sui mercati esteri: 7 bottiglie su dieci vanno in Germania, Usa, Svizzera, Gran Bretagna,
Europa dell’Est. Velo pietoso sull’Italia: “Il problema è incassare – dice
Bindocci – l’attesa media è arrivata a 187 giorni, oltre sei mesi. E poi ci
sono gli insoluti: in Italia abbiamo dovuto cancellare mille clienti”. Con
l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 9 miliardi di fatturato solo dalla
vendita del vino e che dà occupazione a 1,2 milioni di persone: coinvolte,
secondo i calcoli di Coldiretti, 250.000 aziende agricole (tra vinificatori in
proprio o conferitori di sole uve) su un vigneto Italia esteso per 650.000
ettari.
Crediti | Link : QN
NAZIONE/GIORNO/CARLINO
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