COSA TI ROVINA LA CENA

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lagnanze
Cosa vi rovina la
serata al ristorante?
E’
ufficiale: sono ristoratori, cuochi, osti e gestori di posticini tutti, le
vittime predestinate della voglia di buoni propositi che contraddistingue
questo cambio di stagione.
di Giorgia
Cannarella
Se
finora ci siamo lagnati in proprio dei menu, specie delle traduzioni “ad
michiam“, ovvero con Google Traduci, e del lessico esageratamente creativo,
confidando in un rapido miglioramento, oggi ci facciamo prestare dal Guardian
la protesta contro le cose che rovinano la serata al ristorante.
Sperando
di conservare almeno un briciolo del delizioso humour di cui la lista del
quotidiano britannico è ammantata.
1) “Non accettiamo
prenotazioni”.
Capisco
possano esserci ragioni inattaccabili dietro una posizione tanto rigida. Ma
ogni volta che me la trovo a portata di padiglione auricolare l’entusiasmo per
il posto in cui volevo prenotare si smorza. Non salgo in auto, caricando gli
amici che con me si sobbarcano un’ora e mezzo nel traffico, per sentirmi dire che
siete al completo e nei pressi non si trova nemmeno un distributore di
merendine. Spiacente, sarò prevedibile ma la vita è troppo complicata per non
preferire i posti che la rendono più semplice.
2) I siti Internet.
Cosa
chiedo al sito di un ristorante? Poche semplici cose: giorni e orari di
apertura, indirizzo completo, numero di telefono, menu e almeno un’idea di
prezzo. Perché accogliermi con tediose musichette ambient, gorgheggi
cantautoriali francesi, improbabili mix electronic-dance? Perché torturarmi con
il video dello chef che taglia, sbuccia e compone minuscoli piatti allineati
come soldati su lucidi tavoli d’acciaio? Perché nel tuo sito, diavolo di un
ristoratore, ci sono cinquantadue sezioni, delle quali la “filosofia dello
chef” (scritto in corsivo con svolazzanti ghirigori) è in bella vista, mentre
il più provvidenziale “contatti” giace dimenticato in un angolo buio?
3) La chiacchierata
con lo chef.
Intendiamoci,
conoscere gli chef, parlare con loro, imbucarsi in cucina per seguire la
preparazione dei piatti è interessante, ma possiamo fare qualcosa per il tipico
one man show di fine serata? Se lo chef mi chiede com’è stata la cena, con uno
sguardo che dovrebbe essere cordiale invece è minaccioso, non riesco che a
trillare “divina!”. Nella speranza che quel terzo grado da Scotland Yard
finisca presto e il cuoco, ormai in trance agonistica, prosegua il suo giro per
altri tavoli.
4) I menu
degustazione da dodici portate.
O
da quindici. O da diciotto. Il costante stato di indigenza da venti-e-qualcosa-enne
rappresenta un ostacolo insormontabile per la mia istintiva curiosità verso i
ristorantoni. In altre parole, i prezzi comprensibilmente elevati impediscono a
me, e a un consistente numero di stuzzicati coetanei, l’approccio con certi
posti. Una soglia d’ingresso più accessibile sarebbe gradita. E anche quando
riesco a sostenere l’impresa, se la contabilità dei piatti sopravanza le dita
di una mano so già che finirò la cena ubriaca (dannato abbinamento al calice),
confusa su dolce e predessert, e sul momento preciso in cui ho mordicchiato
l’anguilla. Oltre che sensibilmente più povera.
5) I tavoli
sfigati.
Okay,
è necessario avere più coperti possibili. E’ altresì utile, comprendo, lasciare
liberi i posti strategici sino al clou della serata, non si sa mai che arrivi
un ospite di riguardo. Ma se porto il mio entusiasmo a casa vostra, non
maltrattatelo piazzandomi subito nel tavolo sfigato (in gergo la famigerata
zona “Siberia”). Quali sono i tavoli sfigati? Quelli accanto al bagno o alla
cucina, dove è obbligatorio spostarsi ogni 3×2 per lasciare il passo a
camerieri nevrotici o bimbetti dissenterici. Quelli accanto alla portafinestra
del dehors, lì dove lo spiffero è sempre in agguato. Quelli prospicenti l’addio
al celibato di trentenni sbronzi, che finiscono sempre per cantare filastrocche
sconce.
Basta,
ci do un taglio, non voglio fare la figura della zitella inacidita. Ma voi che
potete, ditelo senza riserve: cosa vi rovina la serata al ristorante?
Il
personale che si allarga trattandovi come vecchi compagni di merenda?
Il
cameriere che non lascia la bottiglia di vino sul tavolo provvedendo di persona
(mai puntualmente) a riempirvi il bicchiere?
I
menù degustazione causa di piaghe da decubito?
L’irrisolto
dilemma delle mance?

Crediti | Link : Dissapore

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