Cibo sprecato: ogni famiglia butta via 1.700 €
Sondaggi.
Buona parte del cibo acquistato dalle famiglie finisce ogni giorno nella
spazzatura.
Buona parte del cibo acquistato dalle famiglie finisce ogni giorno nella
spazzatura.
Gli sprechi alimentari pesano sul bilancio
delle famiglie italiane, in media, 1.693 euro all’anno. Lo rivela il sondaggio condotto da Laste Minute Market/Universita’
di Bologna con Swg e diffuso oggi a
Torino in occasione del ‘pranzo degli sprechi‘ che ha riunito a tavola
3.000 persone in piazza a Torino. Secondo l’Osservatorio sugli sprechi di Laste
Minute Market, finisce nella spazzatura il 30% della carne acquistata dai
consumatori, il 32% dei latticini, il 28% di pane e pasta, il 15% del pesce, il
17% dei prodotti ortofrutticoli. Il 78%
degli italiani – rivela il sondaggio – chiede ”l’assunzione di responsabilita‘
di ogni cittadino”. E, in un’ipotetica citta’ ideale del 2050, il 67% degli
interpellati immagina leggi che prevedono sgravi fiscali per chi adotta soluzioni anti-spreco donando le eccedenze.
Sarebbe opportuno, infine – cosi’ la pensa il 62% degli intervistati – che nelle
scuole si insegnasse la ‘neo-economia domestica’, per sfruttare al meglio tutti
gli alimenti.
delle famiglie italiane, in media, 1.693 euro all’anno. Lo rivela il sondaggio condotto da Laste Minute Market/Universita’
di Bologna con Swg e diffuso oggi a
Torino in occasione del ‘pranzo degli sprechi‘ che ha riunito a tavola
3.000 persone in piazza a Torino. Secondo l’Osservatorio sugli sprechi di Laste
Minute Market, finisce nella spazzatura il 30% della carne acquistata dai
consumatori, il 32% dei latticini, il 28% di pane e pasta, il 15% del pesce, il
17% dei prodotti ortofrutticoli. Il 78%
degli italiani – rivela il sondaggio – chiede ”l’assunzione di responsabilita‘
di ogni cittadino”. E, in un’ipotetica citta’ ideale del 2050, il 67% degli
interpellati immagina leggi che prevedono sgravi fiscali per chi adotta soluzioni anti-spreco donando le eccedenze.
Sarebbe opportuno, infine – cosi’ la pensa il 62% degli intervistati – che nelle
scuole si insegnasse la ‘neo-economia domestica’, per sfruttare al meglio tutti
gli alimenti.
Link: Ansa.it