SOPRAVVISSUTO alla lunga MARATONA PASQUALE

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Sopravvissuto!
terminata la lunga maratona pasquale a tavola

di Luca Bonacini



Cosa mi ha lasciato
questa Pasqua?

L’immagine di un Papa, che ogni volta che lo ascolti ti da pace, serenità e
speranza; inaspettati momenti di solidarietà
e di comunione con amici e conoscenti vecchi e nuovi; la sensazione di aver
padroneggiato la mia golosità visto che ho quasi
terminato la Quaresima senza toccare dolci
(quasi); ma anche qualche buon
momento di spiritualità. E quando mi sembrava di aver definitivamente
soggiogato il mio appetito e di essere riuscito definitivamente a dominarlo, la domenica
di Pasqua, ci si è messa mia suocera ed
è andato tutto in vacca
. Tutta la mattina chiusa in cucina a spignattare, sprigionando profumini beneauguranti, ed eccomi sprofondare nuovamente
nell’abisso della gastronomia geminiana, ecco vanificati in un battibaleno i 40
giorni quaresimali. Capace di inaspettati guizzi di vitalità gastronomica che
la collocano in cima alle mie preferenze, mia suocera ha regalato anche
stavolta una prova maiuscola. La porteresti sull’Arca ? Qualcuno ogni tanto mi
chiede. Si è la risposta. Se per molti la suocera è una figura torva e arcigna,
devo riconoscere che la mia è provvista di quella
innata propensione alla cucina di una volta che la rende sempre e comunque benvenuta
.
Anche stavolta ha superato sé stessa, snocciolando alcune delle sue migliori
chicche culinarie, et voilà malgrado la crisi e il poco cash che circola, anche
quest’anno la tavola era incredibilmente imbandita. 
Certo il menù era un tantino natalizio, ma che
vuoi fare con un clima che ha prodotto tre giorni di pioggia battente. Un
piatto di tortellini in brodo old
style che si faceva dare del Lei alla stragrande; uno zampone artigianale serissimo, con lenticchie tirate all’aceto balsamico (ricetta di mia moglie che
sembra cominci a sdoganarsi dalla mamma); un polpettone ottenuto con il pesto di tortellini, spinaci, uova; un
contorno di pomodorini e capperi secchi al vapore; un’insalata russa mondiale;
poi a chiudere dei bon bon al cioccolato (espressione dell’ingegno di mia
cognata), una pastiera e una colomba artigianale, hanno fatto il resto.
Lambruschino di una piccola cantina e un Nocino. Alè ! Certo dopo pranzo ho
dovuto barattare la quiete familiare con lunghe passeggiate a zonzo per il
quartiere, ma tant’è … anche quest’anno
sopravvissuti !

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