LE TAGLIATELLE stratosferiche della trattoria LA BOLOGNESE a Vignola

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TRATTORIA
LA BOLOGNESE
di Luca Bonacini

Celata nell’affascinante centro storico
di Vignola, c’è una vera delizia per i cultori della cucina del passato che mi fece
scoprire Giovanni Tassi una sera che insieme al prof. Ballarotti e all’artista Giuliano Della Casa, perdemmo il conto dei piatti di
tagliatelle. I vicoli, i portici, le mura medievali, e l’imponente castello dei
Contrari, fanno da sfondo a una gestione al femminile che garantisce gli stessi
piatti preparati nel ’45
quando dalla vicina Bologna la famiglia Franchini si
trasferì nella cittadina ai bordi del Panaro, patria del Muratori e del Barozzi.
A quei tempi il servizio era spartano, c’era il bagno all’esterno, e il locale
poco più di un osteria somministrava a banco anche qualche bicchiere, ma col
tempo cominciò ad emergere una vera e propria vocazione all’ospitalità e alla
tradizione
. Le tagliatelle al ragù da sempre il piatto forte, hanno rese leggendarie
Lara e Luisa, due sorelle che con piglio concreto e risoluto conducono questo
baluardo della tipicità, segnalato da decenni nelle guide più attente. 
Ecco
allora i tortellini in brodo, gli arrosti, il cotechino con il purè, il fegato
alla veneziana, la cicoria saltata in padella, e non da ultimo il creme caramel,
presentato (a ragione) come il migliore del mondo e apprezzato anche da Marcello
Mastroianni
. Difficile trovar posto alla Bolognese, dove non si contano elogi,
attestazioni di stima e simpatia, dal mondo dello spettacolo e della cultura di
passaggio a Vignola, e le tante aziende della zona fanno a gara per trovare un
tavolo quando giungono ospiti e si vuol fare bella figura. Le porzioni sono notoriamente
abbondanti
e il primo piatto spesso fa anche da secondo, l’atmosfera familiare
è di quelle che non si dimenticano, condita da una genuina simpatia. “Mi sembra di essere a casa di mia zia”
diceva lo stilista Gianfranco Ferrè quando veniva negli anni ’80. Entrando,
rubava dal tagliere all’ingresso, qualche tortellino crudo e poi si sedeva,
gustando quella cucina e godendo di quell’armonia sincera che fruttò a Lara e
Luisa anche la menzione di miglior ristorante d’Italia, secondo Ferrè
, in un volume sulla cucina più amata dai big della
moda. Fu lui che consigliò loro in quegli anni, alcune migliorie: dalle
tovaglie, alle tende, ai piatti, alle tazzine, accessori importanti, ma
esortandole a non cambiare assolutamente nulla in cucina, quella avrebbe dovuto
ad ogni costo rimanere cosi. 
Pubblicato sul Resto del Carlino 2012

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