Cibo precotto bandito
da Alain Ducasse
di Luca Bonacini
Il re dei cuochi Alain Ducasse si fa
promotore in Francia di una battaglia in
favore della cucina espresso, sinonimo di qualità e di tutela dei sapori
veri, lanciando il guanto di sfida a chi utilizza i prodotti congelati, un malcostume dilagante che Oltralpe coinvolge il 75% dei 150mila ristoranti.
“Troppo spesso in Francia si mangia male,
l’industria sta togliendo spazio all’artigianato alimentare”. Un commento indignato
che non lascia dubbi sulle intenzioni del grande chef che ha collezionato nella
sua carriera ben 21 stelle, e che ha iniziato questo progetto a favore dei ristoranti francesi di qualità, contro
coloro, e sono tanti, che sono soliti decongelare piatti pronti, spacciando le
tarte tatin per appena sfornate o i boeuf borguignon come stufati con meritoria
pazienza. Un’iniziativa che vede tra i
fondatori i colleghi del College Culinaire de France, Joël
Robuchon e Paul Bocuse, in testa, che assegneranno la denominazione
Restaurant de qualitè, e una placca in smalto da affiggere all’ingresso dei
ristoranti che osservano due criteri di selezione: niente piatti preconfezionati e accoglienza ospitale. Una grande
idea che va in soccorso dei gloriosi ristoranti francesi, dove è nata la
Nouvelle Cuisine, oggi accerchiati dalla mediocrità imperante, dalla cucina approssimativa e dalla scortesia. Un regolamento chiaro per
i 10mila locali che nei calcoli di Ducasse potrebbero ottenere la denominazione,
solo se si paga un euro al giorno, e se ci si sottopone senza risentimenti al giudizio dei clienti che saranno invitati a
pubblicare le loro recensioni sul sito dell’associazione. Quando il gradimento
scende sotto il 75%, via la targa. W la cucina espressa dunque, la migliore, che
da oggi sembra, sarà attentamente certificata.
promotore in Francia di una battaglia in
favore della cucina espresso, sinonimo di qualità e di tutela dei sapori
veri, lanciando il guanto di sfida a chi utilizza i prodotti congelati, un malcostume dilagante che Oltralpe coinvolge il 75% dei 150mila ristoranti.
“Troppo spesso in Francia si mangia male,
l’industria sta togliendo spazio all’artigianato alimentare”. Un commento indignato
che non lascia dubbi sulle intenzioni del grande chef che ha collezionato nella
sua carriera ben 21 stelle, e che ha iniziato questo progetto a favore dei ristoranti francesi di qualità, contro
coloro, e sono tanti, che sono soliti decongelare piatti pronti, spacciando le
tarte tatin per appena sfornate o i boeuf borguignon come stufati con meritoria
pazienza. Un’iniziativa che vede tra i
fondatori i colleghi del College Culinaire de France, Joël
Robuchon e Paul Bocuse, in testa, che assegneranno la denominazione
Restaurant de qualitè, e una placca in smalto da affiggere all’ingresso dei
ristoranti che osservano due criteri di selezione: niente piatti preconfezionati e accoglienza ospitale. Una grande
idea che va in soccorso dei gloriosi ristoranti francesi, dove è nata la
Nouvelle Cuisine, oggi accerchiati dalla mediocrità imperante, dalla cucina approssimativa e dalla scortesia. Un regolamento chiaro per
i 10mila locali che nei calcoli di Ducasse potrebbero ottenere la denominazione,
solo se si paga un euro al giorno, e se ci si sottopone senza risentimenti al giudizio dei clienti che saranno invitati a
pubblicare le loro recensioni sul sito dell’associazione. Quando il gradimento
scende sotto il 75%, via la targa. W la cucina espressa dunque, la migliore, che
da oggi sembra, sarà attentamente certificata.