Le soste di Lucio Dalla
il caffè della mattina, le trattorie, la pizza a
mezzanotte
mezzanotte
di Luca Bonacini
Le sue canzoni hanno accompagnato la mia
adolescenza Anna e Marco, La notte dei Miracoli, Futura, Cara, e ogni LP che
usciva correvo davanti al negozio di vinile per portare a casa il mio 33 giri. Dopo un anno che Lucio Dalla è mancato,
la gente ha dimostrato quanto fosse
amato. Tantissime le persone accorse il 4 marzo per il suo primo compleanno in piazza Maggiore a Bologna in
diretta Rai, circondati da una straordinaria scenografia naturale. Un mare di
appassionati del cantautore bolognese che gli hanno reso omaggio come sarebbe
piaciuto a lui, riempiendo il teatro dove si svolgeva il concerto, e qualcuno
ha avuto la felice idea di sistemare dietro al palco un chiosco con la vendita di tortellini, ovviamente uno dei suoi
piatti preferiti. Una maratona di tre ore presentata dall’amico di sempre
Gianni Morandi e allietata dai grandi nomi della musica leggera italiana Ron,
Curreri, Bersani, Carboni, Carone, Biondi, Mannoia, Zero Zucchero, D’Alessio,
Boccelli, Daniele e tanti altri. Non è difficile seguire le tracce di Lucio
Dalla esplorando i dintorni di piazza Maggiore, siamo nel cuore di Bologna e la
città con l’artista aveva un legame fortissimo.
adolescenza Anna e Marco, La notte dei Miracoli, Futura, Cara, e ogni LP che
usciva correvo davanti al negozio di vinile per portare a casa il mio 33 giri. Dopo un anno che Lucio Dalla è mancato,
la gente ha dimostrato quanto fosse
amato. Tantissime le persone accorse il 4 marzo per il suo primo compleanno in piazza Maggiore a Bologna in
diretta Rai, circondati da una straordinaria scenografia naturale. Un mare di
appassionati del cantautore bolognese che gli hanno reso omaggio come sarebbe
piaciuto a lui, riempiendo il teatro dove si svolgeva il concerto, e qualcuno
ha avuto la felice idea di sistemare dietro al palco un chiosco con la vendita di tortellini, ovviamente uno dei suoi
piatti preferiti. Una maratona di tre ore presentata dall’amico di sempre
Gianni Morandi e allietata dai grandi nomi della musica leggera italiana Ron,
Curreri, Bersani, Carboni, Carone, Biondi, Mannoia, Zero Zucchero, D’Alessio,
Boccelli, Daniele e tanti altri. Non è difficile seguire le tracce di Lucio
Dalla esplorando i dintorni di piazza Maggiore, siamo nel cuore di Bologna e la
città con l’artista aveva un legame fortissimo.
C’è il Gran Bar di Via d’Azeglio dove
Lucio faceva colazione tutte le mattine; il bar Duca d’Amalfi in piazza de Celstini, usato dal cantautore come un ufficio sorseggiando una menta
fresca, per decidere concerti e programmare tour, soprattutto durante la bella
stagione quando si mettevano i tavolini; poco più in la c’è la trattoria Cesari di via dè Carbonesi
dove andava ancora diciottenne
insieme alla mamma e poi è tornato sempre, cibo semplice, tradizionale, poca
carne, molto pesce, molta verdura e da anni niente alcolici. C’è la trattoria Vito di via Musolesi dove
il manager Renzo Cremonini giocava a carte e dove si vedeva spesso Guccini negli
anni ’70. C’è la trattoria di Corte
Galluzzi dove andava con l’amico Zacchiroli a mangiarsi una zuppa, e quando
invece faceva tardi di notte c’era la
pizzeria Mela in via Fusari. Tanto affetto dai Bolognesi che lo hanno
conosciuto, e che sapevano della sua generosità verso gli ultimi, una
semplicità dimostrata con un saluto affettuoso, e partecipato se sapeva che le
cose non andavano bene, una parola, un gesto, rivolto in particolare alla gente
comune del quartiere che vedeva tutti i giorni. Anche i negozianti di via Marescalchi (la fioreria, il negozio d’antiquariato,
la profumeria) ne ricordano l’amicizia e le vetrine spesso richiamano alla sua
carriera, con un disco, un oggetto, un immagine. Un’artista e un uomo di grande spessore, che ha lasciato il segno. Una
spiritualità e un rapporto con Dio a lungo cercato e mai ostentato, e alla
domenica l’immancabile messa nella chiesa dei Celestini di fronte a casa.
Lucio faceva colazione tutte le mattine; il bar Duca d’Amalfi in piazza de Celstini, usato dal cantautore come un ufficio sorseggiando una menta
fresca, per decidere concerti e programmare tour, soprattutto durante la bella
stagione quando si mettevano i tavolini; poco più in la c’è la trattoria Cesari di via dè Carbonesi
dove andava ancora diciottenne
insieme alla mamma e poi è tornato sempre, cibo semplice, tradizionale, poca
carne, molto pesce, molta verdura e da anni niente alcolici. C’è la trattoria Vito di via Musolesi dove
il manager Renzo Cremonini giocava a carte e dove si vedeva spesso Guccini negli
anni ’70. C’è la trattoria di Corte
Galluzzi dove andava con l’amico Zacchiroli a mangiarsi una zuppa, e quando
invece faceva tardi di notte c’era la
pizzeria Mela in via Fusari. Tanto affetto dai Bolognesi che lo hanno
conosciuto, e che sapevano della sua generosità verso gli ultimi, una
semplicità dimostrata con un saluto affettuoso, e partecipato se sapeva che le
cose non andavano bene, una parola, un gesto, rivolto in particolare alla gente
comune del quartiere che vedeva tutti i giorni. Anche i negozianti di via Marescalchi (la fioreria, il negozio d’antiquariato,
la profumeria) ne ricordano l’amicizia e le vetrine spesso richiamano alla sua
carriera, con un disco, un oggetto, un immagine. Un’artista e un uomo di grande spessore, che ha lasciato il segno. Una
spiritualità e un rapporto con Dio a lungo cercato e mai ostentato, e alla
domenica l’immancabile messa nella chiesa dei Celestini di fronte a casa.
Fonti: Corriere