ATTENZIONE
AL CIBO MORBIDO
Nuovi studi confermano quanto la consistenza del cibo
possa incidere sulla corretta alimentazione
di Luca Bonacini
Sperano di avere letto male la notizia, invece è
proprio cosi. Il cibo più morbido fa più male. O meglio la consistenza del cibo
puo’ condizionare quante calorie introduciamo nella nostra alimentazione,
mentre la velocita’ con cui lo mastichiamo influisce su quanto cibo
effettivamente mangiamo. A dirlo sono i ricercatori del Centro di Ricerca
Nestle’ (NRC), che hanno condotto una serie di studi in collaborazione con
l’Universita’ di Wageningen, nei Paesi Bassi. Ancora una notizia all’indirizzo
dei golosi di ogni latitudine, che li mette di fronte alla realtà: mangiare
meno. Vuoi mettere la morbidezza del panettone, del pandoro, della colomba, della
torta di mele, contro il bensone modenese (buono ma duro) ? Non c’è niente da
fare, tutto ciò che è buono quasi sempre fa male (se assunto in quantità
considerevoli). ”Questi studi – spiega Ciaran Forde, l’esperto che ha condotto
le ricerche – ci danno la possibilita’ di conoscere l’impatto che gli alimenti,
nelle diverse forme, hanno sul comportamento alimentare, sul senso di sazieta’
e sull’assunzione di cibo. Il nostro obiettivo finale e’ aiutare i consumatori
a raggiungere la sazieta’ ingerendo meno calorie”. Lo studio dimostra che i
cibi piu’ morbidi, come le puree di verdure, le lasagne e i pomodori pelati,
che vengono ingeriti in grandi bocconi e masticati poco, ”hanno un tasso
assunzione al minuto considerevolmente maggiore dei cibi solidi. In
quest’ottica risulta quindi meno appagante per l’appetito una porzione di pure’
che viene masticata solo 27 volte contro la stessa quantita’ di patate in forma
solida, che necessita di 488 atti masticatori”. Inoltre, secondo i ricercatori
i cibi ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumentano il senso
di sazieta’, riducendo quindi le quantita’ di cibo assunte: ”i volontari che
hanno mangiato verdure e bistecca servite intere hanno consumato il 10% in meno
rispetto a quelli che hanno mangiato il passato di verdure e la bistecca in
pezzi. Quest’ultimo pasto e’ stato consumato il 20% piu’ velocemente del primo
per un equivalente di 10g di cibo ingerito in piu’ al minuto”. In pratica,
conclude la ricerca, la forma con cui il cibo e’ presentato puo’ essere un’arma
in piu’ per ridurre le calorie assunte, e per ‘costringere’ le persone a
mangiare con piu’ calma, favorendo allo stesso tempo anche una migliore
digestione.
proprio cosi. Il cibo più morbido fa più male. O meglio la consistenza del cibo
puo’ condizionare quante calorie introduciamo nella nostra alimentazione,
mentre la velocita’ con cui lo mastichiamo influisce su quanto cibo
effettivamente mangiamo. A dirlo sono i ricercatori del Centro di Ricerca
Nestle’ (NRC), che hanno condotto una serie di studi in collaborazione con
l’Universita’ di Wageningen, nei Paesi Bassi. Ancora una notizia all’indirizzo
dei golosi di ogni latitudine, che li mette di fronte alla realtà: mangiare
meno. Vuoi mettere la morbidezza del panettone, del pandoro, della colomba, della
torta di mele, contro il bensone modenese (buono ma duro) ? Non c’è niente da
fare, tutto ciò che è buono quasi sempre fa male (se assunto in quantità
considerevoli). ”Questi studi – spiega Ciaran Forde, l’esperto che ha condotto
le ricerche – ci danno la possibilita’ di conoscere l’impatto che gli alimenti,
nelle diverse forme, hanno sul comportamento alimentare, sul senso di sazieta’
e sull’assunzione di cibo. Il nostro obiettivo finale e’ aiutare i consumatori
a raggiungere la sazieta’ ingerendo meno calorie”. Lo studio dimostra che i
cibi piu’ morbidi, come le puree di verdure, le lasagne e i pomodori pelati,
che vengono ingeriti in grandi bocconi e masticati poco, ”hanno un tasso
assunzione al minuto considerevolmente maggiore dei cibi solidi. In
quest’ottica risulta quindi meno appagante per l’appetito una porzione di pure’
che viene masticata solo 27 volte contro la stessa quantita’ di patate in forma
solida, che necessita di 488 atti masticatori”. Inoltre, secondo i ricercatori
i cibi ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumentano il senso
di sazieta’, riducendo quindi le quantita’ di cibo assunte: ”i volontari che
hanno mangiato verdure e bistecca servite intere hanno consumato il 10% in meno
rispetto a quelli che hanno mangiato il passato di verdure e la bistecca in
pezzi. Quest’ultimo pasto e’ stato consumato il 20% piu’ velocemente del primo
per un equivalente di 10g di cibo ingerito in piu’ al minuto”. In pratica,
conclude la ricerca, la forma con cui il cibo e’ presentato puo’ essere un’arma
in piu’ per ridurre le calorie assunte, e per ‘costringere’ le persone a
mangiare con piu’ calma, favorendo allo stesso tempo anche una migliore
digestione.