razzismi in punta di forchetta
Canada: via le
parole italiane dal menu del ristorante “Buonanotte”
parole italiane dal menu del ristorante “Buonanotte”
di Giorgia Cannarella
“Buonanotte” un ristorante italiano di
Montreal, in Canada, è stato costretto a
togliere le parole “pasta”, “bottiglia” e “antipasto” dal menu per sostituirle con un’adeguata traduzione in francese.
Questo perché l’agenzia che difende la purezza di quella lingua in Québec (sì,
esiste, è un organismo pubblico chiamato Office québécois de la langue
française), ha deciso che la loro
apparizione sui menu, senza una degna traduzione, viola il codice della lingua.
Il reclamo all’agenzia è arrivato da un purista francofono secondo cui la lista compilata da Massimo Lecas, proprietario del Buonanotte, non era abbastanza chiara. Perché
“bottiglia” anziché “bouteille” o “calamari” invece del corrispondente termine
francese? Alla lettera è seguita la visita di un ispettore dell’ufficio, e
malgrado la traduzione in inglese di tutte le voci del menu, anche una multa.
L’agenzia ha fatto una sola concessione:
la parola pizza può restare. Quello che media e social network di mezzo
mondo hanno definito PastaGate, è stato però un boomerang. La politica canadese
ha chiesto pubblicamente all’agenzia di occuparsi di questioni più rilevanti, e
questa è stata costretta ad ammettere l’esagerazione.
Montreal, in Canada, è stato costretto a
togliere le parole “pasta”, “bottiglia” e “antipasto” dal menu per sostituirle con un’adeguata traduzione in francese.
Questo perché l’agenzia che difende la purezza di quella lingua in Québec (sì,
esiste, è un organismo pubblico chiamato Office québécois de la langue
française), ha deciso che la loro
apparizione sui menu, senza una degna traduzione, viola il codice della lingua.
Il reclamo all’agenzia è arrivato da un purista francofono secondo cui la lista compilata da Massimo Lecas, proprietario del Buonanotte, non era abbastanza chiara. Perché
“bottiglia” anziché “bouteille” o “calamari” invece del corrispondente termine
francese? Alla lettera è seguita la visita di un ispettore dell’ufficio, e
malgrado la traduzione in inglese di tutte le voci del menu, anche una multa.
L’agenzia ha fatto una sola concessione:
la parola pizza può restare. Quello che media e social network di mezzo
mondo hanno definito PastaGate, è stato però un boomerang. La politica canadese
ha chiesto pubblicamente all’agenzia di occuparsi di questioni più rilevanti, e
questa è stata costretta ad ammettere l’esagerazione.
Link
: Dissapore – Corriere.it
: Dissapore – Corriere.it