STASERA ?
POLLO con le PATATE
di Luca Bonacini
Carlo Magno lo imponeva ai sudditi, Enrico
IV ne prometteva uno in pentola ad ogni francese, Napoleone se lo fece cucinare
a Marengo, Gianni Brera li voleva ben pasciuti, James Bond se ne cibò in alta quota sullo
Jungfrau, mentre Cristoforo Colombo preferiva il tacchino portato
dalle Americhe. A ben guardare il pollo ha attraversato la cucina dei secoli
passati godendo sempre di ottima considerazione. Anche negli anni ’50 mentre l’Italia
si risollevava dalle privazioni della guerra c’era chi si preoccupava di
mettere a tavola gli italiani riportando in auge il prelibato volatile. Fiorirono
locali con insegna “Al Girarrosto”
dove il pollo ruspante fatto allo spiedo era il re in compagnia delle altre
carni finalmente reperibili. Un’opulenza meritata dopo tanto patire che vedeva
in quello spettacolare e succulento spiedo in azione all’interno di molti ristoranti,
un modo per ripartire. Il pollo con le patate o alla cacciatora andava forte
anche in famiglia mettendo tutti d’accordo durante il desco domenicale, un rito
accompagnato dal profumo di arrosto e rosmarino che invadeva la casa. Solo
ultimamente ha perso terreno diventando un cibo da acquistare all’ultimo minuto
al supermercato o proposto da cuocere a casa in un sacchetto di plastica. Alcune
trattorie e rosticcerie però lo stanno intelligentemente riproponendo, una in
particolare a Modena lo cucina in modo egregio: la rosticceria L’Inferno del Pollo in viale Verdi 68, dove Andrea, ha portato con sé le ricette della nonna del tipico street food siciliano: come lo sfincione (una pizza alta dolce e salata
con acciughe e cipolla), il panino con le
panelle (con farina di ceci, pepe e prezzemolo, limone), la ravazzata (un panino al sesamo con ragù
di carne e piselli), la mattonella
(una schiacciata ripiena di prosciutto, verdura e mozzarella), e sopratutto il
pollo arrosto con le patate. Alla mattina Andrea prepara il fuoco, perché qui
il pollo arrosto, allevato a terra in fattoria, viene cotto nel forno a legna.
Prima il Faggio che aiuterà la fiamma poi la Quercia che darà le braci, mentre
il girarrosto è in azione e la cottura viene accompagnata da amorevoli pennellate
di olio di oliva, rosmarino, aromi, limone e un ingrediente segreto. Poco più
di un ora di cottura (per cui è meglio prenotare), per una cena dai sapori di
ieri, e una volta a casa scegliere tra petto o coscia.
IV ne prometteva uno in pentola ad ogni francese, Napoleone se lo fece cucinare
a Marengo, Gianni Brera li voleva ben pasciuti, James Bond se ne cibò in alta quota sullo
Jungfrau, mentre Cristoforo Colombo preferiva il tacchino portato
dalle Americhe. A ben guardare il pollo ha attraversato la cucina dei secoli
passati godendo sempre di ottima considerazione. Anche negli anni ’50 mentre l’Italia
si risollevava dalle privazioni della guerra c’era chi si preoccupava di
mettere a tavola gli italiani riportando in auge il prelibato volatile. Fiorirono
locali con insegna “Al Girarrosto”
dove il pollo ruspante fatto allo spiedo era il re in compagnia delle altre
carni finalmente reperibili. Un’opulenza meritata dopo tanto patire che vedeva
in quello spettacolare e succulento spiedo in azione all’interno di molti ristoranti,
un modo per ripartire. Il pollo con le patate o alla cacciatora andava forte
anche in famiglia mettendo tutti d’accordo durante il desco domenicale, un rito
accompagnato dal profumo di arrosto e rosmarino che invadeva la casa. Solo
ultimamente ha perso terreno diventando un cibo da acquistare all’ultimo minuto
al supermercato o proposto da cuocere a casa in un sacchetto di plastica. Alcune
trattorie e rosticcerie però lo stanno intelligentemente riproponendo, una in
particolare a Modena lo cucina in modo egregio: la rosticceria L’Inferno del Pollo in viale Verdi 68, dove Andrea, ha portato con sé le ricette della nonna del tipico street food siciliano: come lo sfincione (una pizza alta dolce e salata
con acciughe e cipolla), il panino con le
panelle (con farina di ceci, pepe e prezzemolo, limone), la ravazzata (un panino al sesamo con ragù
di carne e piselli), la mattonella
(una schiacciata ripiena di prosciutto, verdura e mozzarella), e sopratutto il
pollo arrosto con le patate. Alla mattina Andrea prepara il fuoco, perché qui
il pollo arrosto, allevato a terra in fattoria, viene cotto nel forno a legna.
Prima il Faggio che aiuterà la fiamma poi la Quercia che darà le braci, mentre
il girarrosto è in azione e la cottura viene accompagnata da amorevoli pennellate
di olio di oliva, rosmarino, aromi, limone e un ingrediente segreto. Poco più
di un ora di cottura (per cui è meglio prenotare), per una cena dai sapori di
ieri, e una volta a casa scegliere tra petto o coscia.