Podere
il Saliceto
di Federico Malgarini
Il lato bello dell’attività dell’enostrippato,
come qualcuno mi definisce, è che girando come una trottola fra una fiera
vinicola ed una manifestazione gastronomica si ha occasione di conoscere un
sacco di gente valida ed interessante. Soprattutto il mondo del vino è
costellato da persone schiette e sincere
con cui è un piacere fare quattro chiacchiere davanti ad un bel bicchiere pieno
(che poi si svuota, si riempie di nuovo e così via). Ed il bello viene proprio quando
si ha la possibilità di andare a trovare queste persone direttamente a “casa”
loro in cantina Di recente sono stato a fare un giro in quel dell’Emilia, fra
le province di Reggio Emilia e Modena, e fra una mangiata pantagruelica di tortelli ed una scampagnata fra gli
Appennini sono riuscito ad inserire anche un passaggio dall’amico Gianpaolo Isabella del Podere il Saliceto. Conosciuto di persona da poco a
Piacenza in occasione della fiera FIVI, ma già noto da un
bel po’ su quel bellissimo strumento per condividere idee e pensieri che è
twitter, Gianpaolo è un emiliano verace, non ci si può sbagliare, con una
sana passione per il vino della sua terra che lo ha portato da qualche
anno a mollare tutto e dedicarsi a tempo pieno al magico mondo della
vitivinicoltura (oltre che della frutticoltura) Il regno viticolo di
Gianpaolo e del cognato Marcello Righi si estende per poco più di tre ettari
divisi fra Campogalliano, proprio di fronte ai laghi del Secchia, e
Saliceto poco più a nord. Terreni molto fertili dove le viti mostrano una
vigoria fuori dal comune. In particolare il Malbo, varietale autoctono proprio
del modenese, a solo quattro anni di vita mostra uno sviluppo ed una
lignificazione eccezionali. I vini che ne nascono rispecchiano abbastanza
bene il carattere di Gianpaolo: sono diretti,
piacevoli, sinceri, un po’ scanzonati, innovativi quanto tradizionali. Si
parte col Bi Fri 2011: spumante metodo
Charmat di Trebbiano modenese e Sauvignon blanc caratterizzato da piacevoli
profumi freschi e da una bella acidità sostenuta leggermente citrina. Uno di
quei vini che berresti a secchiate. Avviso ai naviganti: il 2012 assaggiato da
vasca verrà prodotto tramite rifermentazione in bottiglia, non più in
autoclave, e già presenta un corredo olfattivo di grande fascino. Adesso sta
riposando sui lieviti in bottiglia, c’è da aspettare ancora un po’. Si passa al
Falistra 2011, un grande classico
della zona: Lambrusco di Sorbara in purezza rifermentato in bottiglia. Colore
tipico del Sorbara, chiaro e splendente, bei profumi freschi di frutta e fiori
ed una beva pazzesca. Se del Bi Fri se ne sarebbero bevute secchiate, con
questo si passerebbe direttamente alle vasche, va giù che è un piacere
(francesismo tecnico per descrivere compiutamente la grande beva posseduta dal
vino). La creatività raggiunge l’apice con la novità della casa: il Metodo
classico di Malbo gentile. Uno spumante in certo senso spiazzante, ottenuto da
uva rossa di carattere che conserva intatti nel bicchiere la struttura e la
riottosità del Malbo, conditi da una bolla di ottima finezza.
come qualcuno mi definisce, è che girando come una trottola fra una fiera
vinicola ed una manifestazione gastronomica si ha occasione di conoscere un
sacco di gente valida ed interessante. Soprattutto il mondo del vino è
costellato da persone schiette e sincere
con cui è un piacere fare quattro chiacchiere davanti ad un bel bicchiere pieno
(che poi si svuota, si riempie di nuovo e così via). Ed il bello viene proprio quando
si ha la possibilità di andare a trovare queste persone direttamente a “casa”
loro in cantina Di recente sono stato a fare un giro in quel dell’Emilia, fra
le province di Reggio Emilia e Modena, e fra una mangiata pantagruelica di tortelli ed una scampagnata fra gli
Appennini sono riuscito ad inserire anche un passaggio dall’amico Gianpaolo Isabella del Podere il Saliceto. Conosciuto di persona da poco a
Piacenza in occasione della fiera FIVI, ma già noto da un
bel po’ su quel bellissimo strumento per condividere idee e pensieri che è
twitter, Gianpaolo è un emiliano verace, non ci si può sbagliare, con una
sana passione per il vino della sua terra che lo ha portato da qualche
anno a mollare tutto e dedicarsi a tempo pieno al magico mondo della
vitivinicoltura (oltre che della frutticoltura) Il regno viticolo di
Gianpaolo e del cognato Marcello Righi si estende per poco più di tre ettari
divisi fra Campogalliano, proprio di fronte ai laghi del Secchia, e
Saliceto poco più a nord. Terreni molto fertili dove le viti mostrano una
vigoria fuori dal comune. In particolare il Malbo, varietale autoctono proprio
del modenese, a solo quattro anni di vita mostra uno sviluppo ed una
lignificazione eccezionali. I vini che ne nascono rispecchiano abbastanza
bene il carattere di Gianpaolo: sono diretti,
piacevoli, sinceri, un po’ scanzonati, innovativi quanto tradizionali. Si
parte col Bi Fri 2011: spumante metodo
Charmat di Trebbiano modenese e Sauvignon blanc caratterizzato da piacevoli
profumi freschi e da una bella acidità sostenuta leggermente citrina. Uno di
quei vini che berresti a secchiate. Avviso ai naviganti: il 2012 assaggiato da
vasca verrà prodotto tramite rifermentazione in bottiglia, non più in
autoclave, e già presenta un corredo olfattivo di grande fascino. Adesso sta
riposando sui lieviti in bottiglia, c’è da aspettare ancora un po’. Si passa al
Falistra 2011, un grande classico
della zona: Lambrusco di Sorbara in purezza rifermentato in bottiglia. Colore
tipico del Sorbara, chiaro e splendente, bei profumi freschi di frutta e fiori
ed una beva pazzesca. Se del Bi Fri se ne sarebbero bevute secchiate, con
questo si passerebbe direttamente alle vasche, va giù che è un piacere
(francesismo tecnico per descrivere compiutamente la grande beva posseduta dal
vino). La creatività raggiunge l’apice con la novità della casa: il Metodo
classico di Malbo gentile. Uno spumante in certo senso spiazzante, ottenuto da
uva rossa di carattere che conserva intatti nel bicchiere la struttura e la
riottosità del Malbo, conditi da una bolla di ottima finezza.
Uno spumante diverso e molto piacevole che reca ben
impressa l’impronta del Saliceto e dichiara l’intenzione di fare qualcosa
di diverso, ma partendo dalla materia prima maggiormente radicata nel
territorio. Consigliato vivamente. L’Albone
2011 è il prodotto più tradizionale della gamma proposta dal Saliceto:
Lambrusco di Modena taglio classico (Salamino in maggioranza e Sorbara per
il saldo) prodotto nella vigna dell’Albone (quella fronte laghi). Si
viene trasportati direttamente in osteria davanti
ad un tagliere di salumi misti, gnocco fritto ed in sottofondo canzoni di
Guccini. Una leggera tannicità di fondo è il segno lasciato dalla ricchezza del
terreno. Assaggiato anche il 2009, in splendida forma, a smentire chi non crede
nella tenuta di questi vini nel tempo. Si chiude con l’Argine 2008: Malbo gentile al 70% ingentilito (scusate il gioco
di parole) da Merlot e Sangiovese. Un vino che dopo alcuni anni di affinamento
in acciaio trova un suo equilibrio
di ottima gradevolezza fra il carattere irrequieto del Malbo, la trama
tannica del Sangiovese e la morbidezza del Merlot. Rotondo e persistente in bocca non perde la caratteristica facilità
di beva di tutti i vini della casa. Per il Malbo (Malbo gentile in purezza affinato in legno) che è
il prodotto di punta del Saliceto dovrete andare a trovarli, occasione per
altro di assaggiare anche il loro “vino naturale”. In conclusione: è sempre bello ciacolare fra
persone schiette con interessi comuni, farlo davanti a del buon vino non può
che essere meglio.
impressa l’impronta del Saliceto e dichiara l’intenzione di fare qualcosa
di diverso, ma partendo dalla materia prima maggiormente radicata nel
territorio. Consigliato vivamente. L’Albone
2011 è il prodotto più tradizionale della gamma proposta dal Saliceto:
Lambrusco di Modena taglio classico (Salamino in maggioranza e Sorbara per
il saldo) prodotto nella vigna dell’Albone (quella fronte laghi). Si
viene trasportati direttamente in osteria davanti
ad un tagliere di salumi misti, gnocco fritto ed in sottofondo canzoni di
Guccini. Una leggera tannicità di fondo è il segno lasciato dalla ricchezza del
terreno. Assaggiato anche il 2009, in splendida forma, a smentire chi non crede
nella tenuta di questi vini nel tempo. Si chiude con l’Argine 2008: Malbo gentile al 70% ingentilito (scusate il gioco
di parole) da Merlot e Sangiovese. Un vino che dopo alcuni anni di affinamento
in acciaio trova un suo equilibrio
di ottima gradevolezza fra il carattere irrequieto del Malbo, la trama
tannica del Sangiovese e la morbidezza del Merlot. Rotondo e persistente in bocca non perde la caratteristica facilità
di beva di tutti i vini della casa. Per il Malbo (Malbo gentile in purezza affinato in legno) che è
il prodotto di punta del Saliceto dovrete andare a trovarli, occasione per
altro di assaggiare anche il loro “vino naturale”. In conclusione: è sempre bello ciacolare fra
persone schiette con interessi comuni, farlo davanti a del buon vino non può
che essere meglio.
Crediti : Federico Malgarini – Grazia.it