BEPPE PALMIERI migliore Maitre dell’anno 2013

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BEPPE PALMIERI
MIGLIORE MAITRE DELL’ANNO 2013
A Firenze ieri presentata la Guida Espresso ai ristoranti 2013
L’arte del ricevere non è per molti, la capacità di far sentire a proprio agio l’ospite che non si conosce facendolo sentire a casa è dote rara.
Grande riconoscimento per Beppe Palmieri insignito del blasone
di migliore maitre dell’anno dalla Guida Espresso 2013.
Ecco un’intervista postata da Intravino, in attesa di incontrare Beppe:
Giuseppe Palmieri
nasce a Matera nel febbraio 1975. Fa esperienza tra Villa Crespi ad Orta San Giulio e il glamour San Lorenzo, nel cuore della city a Londra. Lavorando per la Locanda Solarola a Castel Guelfo, nella campagna di Bologna, conosce Lara e Massimo Bottura. Dal 12 settembre 2000 è il sommelier dell’Osteria Francescana di Modena. Il motto della sua cantina è: “dai cru di Lambrusco alla Romanée-Conti”.
Vino e alta ristorazione, lista selezionata e prezzi umani o cantina sconfinata e prezzi abnormi?
Giuseppe: Le carte dei vini sono inevitabilmente destinate a ridimensionarsi, probabilmente è utile dargli un profilo in linea con la personalità dello chef e del sommelier. Non significa disinvestire ma sarà un valore concentrare sull’eccellenza risorse umane e capitali. Si beve meno ma in maniera più consapevole. Il consumatore è diverso, poco sensibile al prodotto di moda e sempre più coinvolto da vini veri e di qualità.
5 vini del cuore.
Meursault Les Rougeots 1992 Coche Dury, Enoteque 1976 Dom Perignon, Château Latour 1982, Montrachet 2002 Romanée-Conti, Riesling Clos St. Hune 1981 Trimbach: sono vini che fanno parte della mia esperienza degli ultimi anni. Ognuno ha un valore autentico, a prescindere dal prestigio. Emozioni vere, che ognuno vive in maniera personale e difficile da raccontare, un tesoro di ricordi inscalfibili.
Su Intravino andiamo pazzi per il Lambrusco, cosa mi proponi?
Niente di meglio che un bel giro nella nuova cantina di Christian Bellei, il fuoriclasse della
Sorbara Valley, prossimamente sugli scaffali con IL lambrusco.
Mi piacciono le degustazioni al bicchiere. Cosa hai di bello?Non ho una scaletta definitiva, vivo la quotidianità: cavalcare il tempo senza subirne la metasifica è uno dei principi cardine all’Osteria Francescana. Da sempre ho un rapporto forte con i vini veri o biodinamici. Agli inizi del 2001 io e Fabio Luglio gironzolavamo in Francia per conoscere personaggi come Philippe Pacalet e Stéphane Tissot. Amo la Mosella dei grandi riesling e affronto con grande apertura mentale la quotidinità. Ho avuto la fortuna di conoscere Erioli, produttore dei Colli Bolognesi e autore di un pignoletto d’eccellenza. Penso all’amico Walter Massa che mi ha “regalato” un lotto dei suoi vini preziosi, perché forte della storicità intera delle sue meravigliose creature! L’amata Vouvray della mitica parcella Clos du Bourg fino all’isola di Pantelleria dove Gabrio Bini mette in anfora uno zibibbo ormai mitologico! Potrei andare avanti per ore…..
Su quali talenti investiresti nella viticoltura dell’Italia meridionale?
Vorrei dedicare questo spazio alla Basilicata, mia amata terra d’origine: bisogna disinvestire nella cultura del lamento – tutta mia e dei miei conterranei – per sostenere quei lucani che con forza, orgoglio e umiltà fanno grande l’Aglianico e non solo, in una regione difficile e incredibile al contempo! Ultimamente ho apprezzato molto gli sforzi di Sara Carbone.

Come si comporta col vino il cliente dell’Osteria Francescana?
Gli ospiti sono molto curiosi, consapevoli e disponibili. Credo sia indispensabile tutelare questa fiducia incondizionata senza deludere le aspettative. Sta tramontando la stagione delle folli spese, ma con grande consapevolezza i nostri ospiti continuano a credere nelle etichette di valore, italiane e francesi. Non credo che la crisi comprometterà il settore: piuttosto, selezionerà ristoranti e produttori in un circuito esclusivo fatto di strutture sempre in “movimento” e cioè lontane dal modello del museo gastronomico, poco in linea con il nuovo movimento culturale di cui, con grande sacrificio, amore e umiltà, noi dell’Osteria Francescana abbiamo il privilegio di far parte.

Che mi dici delle birre artigianali? Ti piacciono, ne hai in carta?Amo la birra artigianale e sono profondamente legato al Birrificio Beltaine che, in quel di Granaglione (il comune più a sud della provincia di Bologna), vede un gruppo di ragazzi diversamente abili fare una birra straordinaria: etichetta nera, bionda doppio malto a base di castagne affumicate e ginepro. Il leader maximo rimane comunque Teo Musso: è lui che ha inventato LA birra italiana di qualità.

Postato da Intravino 2010

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