Lo spuntino di Massimo Bottura,
al Bar Fragola Corta
di Luca Bonacini
Non è sempre facile svegliarsi con il sorriso, ma esiste un posto a Modena dove ciò può accadere, e si possono aggiustare anche le giornate più nere. Se è vero, secondo alcuni, che il buon cibo rende più buoni, perché allora al posto della solita brioches, non cominciare con un panino ai salumi da fine del mondo? Sopratutto se sono scelti con perizia ed esperienza da Vasco e abbinati al pane e agli ingredienti giusti, da Morena, compagna di una vita. A poche centinaia di metri dalla scomparsa locanda del Gallo, che ospitava i commercianti della montagna dopo il mercato, si trova questo edificio inizio secolo, che custodisce il bar Fragola Corta, un locale dal nome insolito, dove ogni giorno ha luogo la medesima liturgia, accudire i clienti per una colazione o uno spuntino e dispensare loro, tradizione e buon umore.
Un ambiente caldo con il soffitto a volti, e le travi in legno, prediletto anche dallo chef migliore del mondo: Massimo Bottura. Un cliente affezionato, che qui ama concedersi una pausa tra un volo per Parigi e un intervista al Times: un francesino con carciofini e prosciutto crudo di Langhirano 15 mesi, che Vasco ha fatto stagionare altri 150 giorni nel Piacentino, dove sceglie anche prelibate coppe, pancette e salami. Da buon figlio d’arte Vasco Levoni iniziò con i genitori alla Portora, la piccola trattoria accanto al Teatro Comunale, appartenuta alla leggendaria Bianca, aveva 18 anni quando il papà lo incoraggiò a fare l’alberghiera, per rifinire le proprie nozioni. Si decise per quella di Stresa, una delle più blasonate, e poi quella di Modena, insieme a Vasco Borellini, Enrico Tartarini e Loris del Boschetto. Ci fu presto da rimboccarsi le maniche: uno stage in hotel extra lusso a Santa Margherita Ligure dove gli insegnarono a preparare la macedonia davanti a facoltosi clienti, pelare e fare bocconi di arance, mele, banane, in punta di forchetta e coltello. Il primo servizio fu al tavolo 14 della Sala Corrieri, “mi presentai nella mia divisa pulita e stirata. Portavo una stick tartarre adagiata su un piatto di porcellana, e servita su un vassoio di argento. Mi indicarono il piano sottostante e finalmente incontrai il mio primo cliente: si trattava di un bisbetico barboncino, a cui consegnai la sua principesca colazione!” A quei tempi la conoscenza veniva trasmessa con particolare rigore, l’arte dell’ospitalità si insegnava con intransigenza, “ci controllavano l’alito se avevamo bevuto o fumato, e verificavano la lunghezza delle unghie.” Rientrato a Modena Vasco proseguì nell’ affinarsi, approdò al Palace Hotel, e poi al Gatto Verde di San Venanzio, dove rimase ben undici anni, con brevi periodi al Grand Hotel di Riccione, per poi nell’81 approdare al bar di via Giardini nella prima sede di fronte a dove ora c’è il Fragola Corta. Non fu facile convincere Morena, a venire a lavorare con lui, Vasco dovette ricorrere a una romantica fuga a Firenze, e portarla a vedere i grandi in azione, negli storici locali del capoluogo toscano. Al Fragola Corta aperto tredici anni fa, dove si sono spostati semplicemente attraversando la Giardini, non vi sono le macchinette, che garantirebbero incassi sicuri, ma vi trovate in un vero paradiso per i buon gustai, Morena aiutata dalla figlia Federica, prepara un vitel tonnè da ulular di gioia, con cui farcisce insieme ai carciofi un filoncino che non si dimentica, l’aceto balsamico viene abbinato a radicchio rosso, e tonno, in un panino da leccarsi i baffi, e che dire del gnocchino con zucchini o funghi trifolati, per non parlare poi della zuppa inglese senza eguali con cui concludere lo spuntino. “Capitano anche ameni episodi, come quella volta che un signore ordinò una birra e due panini che mangiò di gran gusto, e quando si trattò di pagare ci disse: Le do una notizia, non ho neanche un soldo, e prese la porta.” Il perché di un insegna dal nome cosi insolito ? Non sveliamo proprio tutto, chiedetelo a Vasco.
Pubblicato Resto del Carlino 2011
Bar fragola corta Via Giardini 144 Modena – Tel: 059 214108